Elezioni politiche 2018: sconfitta centrodestra, Berlusconi scarica la Lega?
Il centrodestra potrebbe vincere la prossima tornata o perderla, in ogni caso, Forza Italia e Lega arriveranno allo scontro frontale. Il segretario della Lega va in giro a dirne di tutti i colori sull’Ue e l’Euro; d’altro canto, il leader di Forza Italia – come nel corso di una recente intervista a Radio Radio – continua a proporre un’Europa “vicino allo spirito dei fondatori; capace di avere un’unica politica estera e di difesa”. Il problema sta tutto qui; e non è poco. Solo la ghiotta occasione fornita dal voto ha permesso di nasconderlo sotto il tappeto.
Elezioni politiche 2018: sconfitta centrodestra, Berlusconi scarica la Lega?
A Bruxelles prima gli hanno riso in faccia e poi gli hanno consegnato il “benservito”. Ora, però, Berlusconi torna a essere una pedina fondamentale contro il “populismo”. L’ex premier lo garantisce ad ogni occasione: con la mia vittoria un governo “europeista”. Addirittura, “con me la Lega non andrà al governo” ha detto diverse volte (senza far giungere la “solita” smentita, tra l’altro), soprattutto, quando si trovava nelle stanze del Ppe.
Non è così semplice, innanzitutto, perché l’ipotesi di un governo in solido con la Lega potrebbe essere l’unica percorribile per tornare a Palazzo Chigi; nonostante il proporsi con prepotenza della “larga intesa” col Pd.
Ora, tornando all’unità del centrodestra, il quesito si pone da solo: e se la Lega dovesse raccogliere un consenso maggiore degli azzurri il 4 marzo? Con la formazione di un esecutivo di centrodestra a guida Carroccio la linea non potrebbe che innestarsi sui principi dell’anti-europeismo. La ritirata dei berlusconiani sarebbe solo questione di (poco) tempo.
Si ponga il caso poi di una sconfitta, per quanto improbabile, dell’asse Fi-Lega. Berlusconi non ci penserebbe un attimo a individuare in Salvini il responsabile; stessa cosa farebbe quest’ultimo. Il primo rinfaccerebbe all’altro i toni urlati e sguaiati; il secondo – di contro – lo accuserebbe di moderatismo eccessivo quando tutto si giocava sul chi faceva la promessa più grossa. Anche qui, cercare alleanze al di fuori dell’intesa elettorale sarebbe obbligatorio, cercando di far dimenticare in fretta il recente passato.