Pensioni novità 2018: Ape social e Opzione Donna, le proposte Pd
Pensioni novità 2018: Ape social e Opzione Donna, le proposte Pd.
Quello delle pensioni è un tema molto caldo nella campagna elettorale attualmente in corso. In vista delle prossime elezioni, il tema previdenziale occupa uno spazio piuttosto importante nei programmi dei vari partiti politici. E anche il Partito Democratico non poteva non occuparsene, ma senza alzate di voce né grossi proclami. L’obiettivo, come si va ripetendo da mesi ormai, è proseguire sulla strada già intrapresa. La Legge Fornero non si tocca, a differenza di quanto dicono le forze rivali, ma si potrà continuare a correggere. Piccoli interventi, piccole misure finalizzate a fornire soluzioni laddove ci siano dei problemi. Andiamo quindi a scoprire le proposte PD sulle pensioni, in particolare su Ape social e Opzione Donna.
Pensioni novità 2018: cosa dice il programma PD
Con la pubblicazione delle 100 cose fatte / 100 cose da fare, il Partito Democratico entra nel vivo della sua campagna elettorale. Matteo Renzi (scusate il gioco di parole) non promette promesse, ma alla fine qualcuna non si risparmia dal farla. E sulle pensioni? Il capitolo è ampio, ma non così grande come forse qualcuno si sarebbe potuto attendere.
Tra le 100 cose fatte, Matteo Renzi rivendica il cumulo gratuito delle pensioni; nonché le salvaguardie per circa 70 mila esodati e la quattordicesima per le pensioni basse. Tra le 100 cose da fare, il programma PD parla chiaro: pensione di garanzia per i più giovani e allargamento delle condizioni per usufruire dell’Ape sociale. Ma di cosa si tratta nello specifico?
Pensioni novità 2018: la proposta PD sulla pensione di garanzia per i giovani
Una soluzione di cui già si parla da oltre sei mesi, iniziata per riallacciare rapporti con i sindacati desiderosi di un maggiore impegno sul fronte previdenziale. La pensione di garanzia per i più giovani rientra ora tra le 100 cose da fare proposte dal programma PD. Si parla di una pensione futura di assicurazione che parta da 650-750 euro per 20 anni di contributi riservata ai giovani che si trovano nel sistema contributivo. Per ogni anno di contributo in più, la posta dovrebbe alzarsi di 30-15 euro in più al mese, fino a un massimo di 1.000 euro mensili. Coperture e modalità di svolgimento restano un nodo da sciogliere, ma la proposta/promessa è scritta nero su bianco.
Pensioni novità 2018: Ape social e Opzione Donna, proposte PD
Dunque si proseguirà con quei correttivi atti a migliorare le condizioni di accesso alla pensione anticipata. Si tenderà così a far divenire strutturali le misure finora realizzate, come Ape volontaria e Ape sociale, estesa anche ai lavoratori autonomi e ai disoccupati che escono da lavori a tempo determinato. Inoltre, con il decreto che definisce il lavoro gravoso, dovrebbero essere trovate altre categorie di lavori usuranti ai quali sarà possibile accedere al pensionamento anticipato e per le quali sarà bloccato l’aumento dell’età pensionabile.
Tra le misure di cui si è discusso, spicca anche una nuova Opzione Donna, come riporta Il Sole 24 Ore. Ovvero un “pensionamento anticipato con il ricalcolo interamente contributivo dell’assegno” per le lavoratrici con almeno 63 anni di età e 35 anni di contributi. Il quotidiano economico parla di un costo non ancora stimato ufficialmente di circa 1,5-1,7 miliardi di euro annui. Il piano rientra nel dialogo avviato con i sindacati nel 2016, ma non ancora completamente attuato.
Insomma, sul fronte previdenziale il Partito Democratico resta ben saldo sul sentiero intrapreso. Basterà questo a convincere le parti interessate il prossimo 4 marzo?