Intervento del professor Stefano Rodotà che in un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano è critico sull’impostazione delle riforme proposte dal Governo Renzi. “La maggioranza può impadronirsi del presidente della Repubblica e dei giudici costituzionali. Mi spingo più in là: avremo un premier e un esecutivo che si impadroniscono del sistema costituzionale, senza forme efficaci di controllo”.
Stefano Rodotà continua così la sua disamina: “Non vogliamo chiamare il combinato disposto del nuovo Senato più Italicum ‘svolta autoritaria’? Diciamo allora che assisteremmo a un enorme accentramento di potere nelle mani dell’esecutivo e del premier. Alla diminuzione, e in qualche caso alla scomparsa, di controllo e contrappesi”.
“La maggioranza – dice Rodotà – viene costruita attraverso una legge maggioritaria e un premio molto alto: quindi nelle sue mani finiscono tutti i diritti fondamentali”. È critico anche sulle soglie previste dall’Italicum: “chiudono completamente gli spazi a nuove aggregazioni politiche”. “Trovo in questa riforma – continua l’ex garante della privacy – uno spirito di conservazione, di garanzie delle posizione acquisite. I cittadini, più si va verso un parlamento non rappresentativo, più ritengono di avere diritto a strumenti di partecipazione importante. Portare a 800mila le firme per un referendum, addirittura a 250 mila le firme per un disegno di legge popolare, è esattamente il contrario di ciò che si chiede”. “Si fanno diventare impraticabili gli strumenti di partecipazione. L’idea è non disturbare il manovratore: non si vuole che i cittadini non dico interferiscano, ma che intervengano”.