Quindici immobili per un valore complessivo di 11 milioni di euro. Fase due per “Valore Paese Dimore”, il progetto con cui il Demanio mette in vendita caserme, palazzi, residenze, ex conventi e proprietà terriere per rimpinguare le proprie casse e immettere liquidità nei bilanci dello Stato. Ad anticipare i dettagli dell’operazione, stamattina, il Corriere della Sera.
Un piano, quello messo a punto dall’Agenzia del Demanio, che prevede la dismissione e la cessione di circa 200 immobili sparsi su tutto il territorio nazionale. A fare da traino, per potenziali investitori, la possibilità di usufruire di “strumenti tecnici normativi e finanziari”, ovvero agevolazioni fiscali e percorsi burocratici più semplici per la conversione delle strutture in poli turistici e il rilascio della relativa documentazione. Un affare con cui lo Stato intende incassare non meno di 11 milioni di euro, e che vede coinvolti l’Anci, il Ministero dei beni Culturali, l’Invitalia e la Cassa Depositi e Prestiti. Il primo lotto di immobili (in totale 15 beni) resterà in offerta fino alle ore 16.00 del 29 settembre.
Accanto a questa proposta, il Demanio ha avviato un’altra procedura di dismissione. Edifici minori, più piccoli e di minor prestigio con una base d’asta inferiore ai 400 mila euro, presenti in Piemonte, Valle D’Aosta, Friuli Venezia-Giulia, Toscana, Lazio, Calabria, Puglia e Basilicata. Nell’offerta del Demanio, in scadenza dopo l’estate, immobili di varia pezzatura. Non solo appartamenti, uffici e palazzetti storici. Nell’elenco anche terreni, ex conventi e aree militari. Un esempio? Il pezzo più costoso è un’area di 3 mila metri quadri, con annesso capannone, nella periferia sud di Verona: base d’asta 1,42 milioni di euro. L’immobile, invece, alla portata di tutte le tasche è una ex caserma in provincia di Imperia, a Trioria, con base d’asta a 430 mila euro.
Carmela Adinolfi