Elezioni politiche: candidati in Parlamento 8 condannati e 30 imputati, i nomi
Elezioni politiche: candidati in Parlamento 8 condannati e 30 imputati, i nomi
Senza scomodare la “questione morale”, è un fatto che buona parte del paese chieda alle forze politiche di non candidare imputati e condannati. Eppure, anche la prossima tornata ne vedrà in corsa diversi. Innanzitutto, si può citare Roberto Formigoni, candidato di Noi per l’Italia al Senato. Sull’ex governatore lombardo pesa una condanna (in primo grado) a 6 anni per corruzione; il suo fedelissimo Alessandro Colucci, in corsa per un posto all’uninominale, è indagato per peculato. Si può continuare con Umberto Bossi; il senatùr ha due condanne in primo grado per truffa e appropriazione indebita ma si è visto confermare il proprio seggio dalla Lega.
Elezioni politiche: candidati in Parlamento 8 condannati e 30 imputati, i nomi
Il Pd candida a Milano Paolo Alli, ma ex formigoniano, è stato rinviato a giudizio per tentato abuso. Rimanendo in Lombardia i candidati di Fratelli d’Italia Sergio Berlato e Maria Carretta risultano imputati per una vicenda di tesseramenti truccati.
Al Sud è paradigmatico il caso di Luigi Cesaro “a’ purpetta”, deputato uscente e capolista per il Senato di Forza Italia. Pochi giorni fa sono stati arrestati i suoi due fratelli Aniello e Raffaele, imprenditori sospettati di legami con la Camorra. Nella stessa inchiesta è finito oltre a lui stesso (minacce a pubblico ufficiale aggravate dal metodo mafioso) anche il figlio Armando “a’ purpettina”, tra l’altro, capogruppo azzurro in Regione. Il capo d’imputazione? Voto di scambio.
A sinistra, corre per il collegio di Salerno il figlio del Governatore campano Piero De Luca, imputato per bancarotta fraudolenta. Nel Pd candidati Nicola Marrazzo, rinviato a giudizio per peculato, e Angelo D’Agostino, per corruzione. Largo anche a Umberto Dal Basso De Caro (concussione e voto di scambio) e a “quello delle fritture” Franco Alfieri (omissione di atti d’ufficio). In Calabria poi spiccano i nomi dei candidati di Forza Italia Mimmo Tallini (abuso d’ufficio) e Francesco Cannizzaro (voto di scambio) ma anche quello del candidato di Noi con l’Italia Luigi Fedele, imputato nel processo sulla Rimborsopoli calabra.