Elezioni 4 marzo 2018: sondaggi LeU, D’Alema ‘commissiona’ Grasso?
Elezioni 4 marzo 2018: sondaggi LeU, D’Alema ‘commissiona’ Grasso?
Circa un mese fa nasceva la nuova formazione di sinistra guidata da Pietro Grasso, Liberi e Uguali, e tra circa un mese si terranno le elezioni del 4 marzo. In questo tempo l’ex presidente del Senato sembra non aver dato una grande mano alla crescita del consenso per LeU; ma anzi, il partito nelle ultime settimane non ha fatto altro che scendere nei sondaggi. Ad oggi, al fine di sfruttare nel miglior modo possibile il tempo rimanente fino al giorno delle urne, sembra che l’altra guida della formazione di sinistra; quella dietro le quinte, ma non troppo – cioè Massimo D’Alema, abbia preso la situazione in mano.
Elezioni 4 marzo, la soluzione di D’Alema
A riportare un retroscena interno al partito che – stando alle rilevazioni di Emg – avrebbe perso ben due punti percentuali dal giorno della sua presentazione, è stato Il Giornale. Secondo il quotidiano di Alessandro Sallusti Massimo D’Alema sarebbe pronto, nel bel mezzo della campagna elettorale, a “commissionare” Grasso per prendere egli stesso la guida dell’iniziativa politica ed elettorale del partito. Ma da cosa si evincerebbe ciò? Dal fatto che ieri a Brindisi l’ex Ds ha affermato che “Se dopo il 4 marzo non ci sarà una maggioranza parlamentare, il capo dello Stato deve prendere l’iniziativa di proporre una personalità al di sopra degli schieramenti chiedendo a tutti i partiti un atto di responsabilità”.
Gli scenari post-voto sembrano infatti dare sempre più credito al fatto che queste elezioni non porteranno all’espressione di nessuna maggioranza parlamentare; e per LeU l’ipotesi di riandare al voto è senza dubbio la più nefasta. Questo perché, in una seconda tornata elettorale, la vittoria sarebbe del voto utile e per il partito guidato da Grasso non ci sarebbe più speranza. Il che si tradurrebbe in una sonora sconfitta soprattutto per “Baffetto”; al quale quindi, ad oggi, non rimane che rincarare la dose di anti-renzismo per rinsaldare quell’identità. Proprio quella che l’ex vertice di Palazzo Madama non ha saputo utilizzare per rinforzare il partito. E approfittare della crisi del Pd.