Los patriotas ligueros, puntata 3: Aritz Aduriz Zubeldia
Nascere a San Sebastian e diventare l’eroe degli acerrimi rivali e cugini dell’Athletic Bilbao non dev’essere stato semplice.
Così come non dev’esserlo stato diventare calciatore professionista dopo aver fatto lo sciatore, il surfer, lo snowboarder e non solo.
Perché Aritz Aduriz la sua vita fin qui l’ha vissuta come piace a lui, mai banale, e fuori dagli schemi (nel senso buono del termine) il tanto che basta per far innamorare un popolo non comune come quello basco.
Los patriotas ligueros, puntata 3: la carriera di Aritz Aduriz
La carriera professionistica di Aduriz comincia nella stagione 99/00, quando esordisce tra le fila dell’Aurrerà Vitoria, club del capoluogo basco di Vitoria-Gasteiz che all’epoca disputava il campionato di Segunda Division B, la terza serie spagnola.
Una buona annata condita da 8 gol in 25 partite fa sì che il mirino sul talentuoso diciannovenne lo punti l’Athletic Bilbao, che per storia e tradizione si fa grande grazie ai ragazzi nati e/o cresciuti nella regione nordica spagnola.
Viene acquistato ed aggregato alla seconda squadra, sempre militante in terza serie. Nel 02/03 arriva finalmente l’esordio in Liga con la prima squadra sotto la guida di Jupp Heynckes: a fine anno le presenze totali saranno 3.
Nei due anni e mezzo successivi firma dapprima per il Burgos e poi per il Real Valladolid, fino a tornare nel gennaio 2006 all’Athletic, dove pian piano entra nei cuori della tifoseria. Ma la seconda storia a Bilbao termina nel 2008, quando Aduriz, ormai attaccante maturo, vola nelle Baleari per firmare con il Maiorca.
Nell’estate 2010 la nuova tappa si chiama Valencia, forse la grande occasione della sua carriera, la quale però non si rivelerà per esserlo, tant’è che nel 2012 decide di tornare definitivamente nella sua Bilbao.
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Los patriotas ligueros, puntata 3: lo strano caso di Aritz Aduriz
Qualcuno si chiederà cosa ci sia di strano nella storia di Aritz Aduriz, un attaccante normale mai stato goleador di razza, fino ai 31 anni almeno.
Da quell’età, coincisa col ritorno all’Athletic, ha infatti cominciato a segnare a raffica, fino ad arrivare alle 36 reti totali della stagione 2015/2016, annata cominciata con la vittoria in Supercoppa di Spagna dove è stato capace di segnare addirittura quattro reti al Barcellona, fra cui una tripletta nell’andata del “San Mames”, consentendo di riportare un trofeo a Bilbao 31 anni dopo l’ultima volta, e culminata con il titolo di capocannoniere dell’Europa League con 10 marcature.
Attuale massimo cannoniere spagnolo in attività, El Zorro, come viene soprannominato, ha saputo trasformare l’età del declino in quella del rilancio e della definitiva consacrazione (un po’ come capitato al nostro Antonio Di Natale) durante la quale ha conquistato con una certa continuità anche la maglia della nazionale spagnola.
Nei mesi scorsi ha rinnovato il suo contratto fino al 2019, quando la carta d’identità reciterà 38 anni e, nonostante quest’anno il minutaggio sia leggermente inferiore agli standard abituali, dimostra ancora di essere uno che la porta quando la inquadra non dà scampo.
È lo strano caso di Aritz Aduriz, colui che dopo un’infinita gavetta ha trovato la sua “El Dorado” quando il sole stava già tramontando.