Chi è Fabien Roussel: ecco il candidato del PCF per le elezioni del 2022
I sostenitori del Partito Comunista Francese (PCF) si sono espressi. Tra il 7 e il 9 maggio hanno scelto il candidato da presentare alle prossime elezioni presidenziali che si terranno nel 2022. Il candidato designato è Fabien Roussel, segretario nazionale del partito e deputato della ventesima circoscrizione del Nord, il quale ha vinto con l’82,36% dei voti. Assicura che sarà il candidato del mondo del lavoro e della gioventù, rimettendo di nuovo al centro dei dibattiti le urgenze sociali.
Dubito dopo l’esito delle elezioni, ha dichiarato “Sono entusiasta di condurre con voi, per voi, la battaglia delle elezioni presidenziali. Riprendiamoci il potere che ci appartiene. [..] È giunto il momento di abolire i privilegi. Non posso accettare lo scenario malsano di un’elezione presidenziale in cui l’attuale presidente e l’estrema destra sono in un duetto”.
Questa decisione però non sorprende. Circa un mese fa, la conferenza nazionale del PCF aveva già scelto di indicarlo come candidato per le prossime elezioni.
Questa sarà la prima volta dal 2007 che il PCF parteciperà, sotto la sua bandiera, alle elezioni. Fu allora il segretario nazionale dell’epoca, Marie-George Buffet, a portare i colori comunisti. Con, infine, un risultato pari all’1,93%.
Da allora, gli elettori del PCF avevano iniziato a sostenete Jean-Luc Mélenchon, leader de “La France insoumise” (LFI) sia nel 2012 e nel 2017.
La sfiducia
Una cosa è certa: è un duro colpo per Jean-Luc Mélenchon. Il leader de LFI aveva cercato l’appoggio del PCF per molti mesi. Il 4 maggio scorso, Mélenchon ha persino rivolto loro un appello sulla sua pagina Facebook, ricordando che “la preminenza elettorale del polo popolare” era stata costruita “insieme” e assicurando che rimaneva “un sostenitore di questa unione e dell’organizzazione con essa di un raduno il più ampio possibile”.
Ma era inutile, il legame era già stato spezzato. Il PCF non si fida del partito di Mélenchon per una ragione ben chiara. In occasione delle elezioni regionali Hauts-de-France, Roussel doveva guidare una lista di unione che riuniva comunisti, “insoumis” e socialisti. I dirigenti locali di LFI si sono però tirati indietro, andiamo a sostenere il partito ecologista “Europe Ecologie-Les Verts” (EELV), costringendo tutta la sinistra a schierarsi dietro l’eurodeputata verde Karima Delli. Per i comunisti questa mossa aveva lo scopo di impedire a Roussel di prendere il volo in vista del 2022. Questo ha rafforzato la loro determinazione a correre, a qualunque costo, anche se ciò significa mettere in difficoltà tutta la sinistra. Infatti, la sinistra francese non si presenterà unita alle prossime elezioni.
Ad un anno dalle elezioni, chi sono gli altri candidati?
I candidati che hanno annunciato l loro intenzione a candidarsi sono diversi. Oltre a dover sfidare Mélenchon, Roussel dovrà battersi anche contro Marine Le Pen, leader del “Rassemblement national”, che era stata sconfitta dall’attuale presidente Macron al secondo turno nel 2017. La sua intenzione a partecipare è stata resa nota sin da gennaio 2020.
Tra i candidati annunciati ci sono Xavier Bertrand, presidente della regione Hauts-de-France, membro di “Divers droite” (DVD) che ha anche annunciato di non voler partecipare ad eventuali primarie di destra. Inoltre, c’è anche Nicolas Dupont-Aignan, leader del partito di estrema destra “Debout la France”, che ha già partecipato nel 2017. A sinistra, oltre a Roussel e Mélenchon, è presente anche Nathalie Arthaud, leader del partito “Lutte Ouvrière”.
Ad oggi, Macron non ha ancora annunciato la sua candidatura per un secondo mandato, ma nel caso in cui dovesse ripresentarsi, i sondaggi danno un nuovo tête-à-tête Macron – Le Pen.
Ad ogni modo, la possibile riconquista dell’Eliseo non è così scontata come quella di quattro anni fa.