Potere al Popolo e i limiti dell’estrema sinistra – DAL BLOG

Pubblicato il 12 Febbraio 2018 alle 15:22 Autore: Luca Scaglione
potere al popolo

Potere al Popolo e i limiti dell’estrema sinistra – DAL BLOG

Potere al Popolo raccoglie alcune compagini della sinistra che si riconoscono nella necessità di un cambiamento radicale delle politiche pubbliche. In un rinnovamento del welfare e delle politiche territoriali e ambientali. La compagine raccoglie sindacati di base, centri sociali e alcuni storici partiti “falce e martello” (PaP è sostenuto da Rifondazione Comunista). Stando agli ultimi sondaggi, Potere al Popolo è stimato intorno all’1,5%.

Potere al Popolo: programma ambizioso (e irrealizzabile)

Il programma è una “lista della spesa”. Un susseguirsi di proposte certamente interessanti per chi ha a cuore l’accoglienza, le libertà civili e il welfare universalistico. Ma in cui non è chiara l’impostazione macroeconomica. Le proposte soprattutto non sembrano tenere in conto la realtà politica in cui sono immerse. Le buone intenzioni devono vedersela, però, con la realtà dei fatti.

La piattaforma programmatica è “contro”; come vuole la solida tradizione di opposizione. Intendiamoci, ad ogni “no” corrispondono altrettanti “sì”; ma è chiaro che tale tipo di comunicazione serve meglio battaglie di contestazione. Meno un progetto di governo. Traspare un’azione, sì antisistema, ma di difesa. Tattica che risulta utile alla protesta; poco ad allargare il consenso fuori dai recinti della “riserva di caccia” tradizionale di questa sinistra.

Altri evergreen: le istanze “dal basso” e l’assemblearismo. O meglio il supposto che una semplice riproposizione di istanze dal basso possa costituire un progetto politico esaustivo. Neanche le sole forme del processo partecipativo sono sufficienti. Inoltre tale metodo riproduce molte proposte demagogiche. Tra quelle economiche alcune sembrano uscire dal “Programma di Salonicco” di Syriza che si è rivelato lettera morta. La Commissione per l’audit sul debito pubblico, la ripubblicizzazzione delle industrie strategiche e l’immancabile lotta all’evasione fiscale delle multinazionali, per citarne alcune. Su altri temi si notano: l’abolizione di Dublino III, la messa al bando dell’incenerimento rifiuti, un non precisato reddito minimo garantito e tanto altro.

Potere al Popolo: discorso radicale (ed autoreferenziale)

Molti slogan, diversi provvedimenti ecologisti e un’infinità di misure micro-economiche. Troppe.  Inserite per accontentare i vari gruppi riunitisi sotto il vessillo di Potere al Popolo. Le risorse? Da ottenere principalmente attraverso tasse (patrimoniale) e spazi di manovra fiscale conquistati con la costruzione di “un’altra Europa”. Nessun progetto politico che prenda atto delle questione macroeconomica, ne di quella democratica. Difficile trovare qualcosa che affronti la ricostruzione della base sociale di una sinistra che voglia incidere nei processi politici.

Si, perché il problema si riscontrerebbe nell’ autoreferenzialità, che impedisce di mettere in discussione analisi e linea politica. Caratteristica che determina la difficoltà di espandere la base sociale oltre a (benemeriti, che sia chiaro) gruppi operai sindacalizzati, attivisti dei centri sociali ed élite accademiche più o meno radicali.

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