Elezioni 2018: Lello Vitiello, chi è il massone candidato del M5S al centro delle polemiche
E’ scoppiata una nuova polemica che riguarda il M5s mentre imperversa la campagna elettorale per queste elezioni 2018 sempre più vicine. Protagonista della vicenda è infatti un candidato pentastellato, Lello Vitiello, in corsa all’uninominale di Castellammare di Stabia – collegio Campania 3 – che in passato è stato parte di una loggia massonica.
Elezioni 2018, Vitiello: “Resto candidato”
Il moVimento, tra le sue regole, vieta espressamente a membri – o ex membri – di logge massoniche di partecipare alle Parlamentarie e, di conseguenza, di candidarsi tra le proprie file. Lello Vitiello, scelto da Luigi di Maio in persona, sembra non aver informato il M5s del suo passato come “oratore” nella loggia napoletana “Sfinge”; la quale fa parte del Grande Oriente d’Italia, la più numerosa comunione massonica italiana.
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Anche se non più iscritto alla loggia, Vitiello avrebbe dovuto informare i vertici del moVimento che, una volta infiammata la polemica, hanno prontamente risposto; “nel Movimento non è accettabile che ci siano candidati iscritti alla massoneria, anche se “in sonno'”, come nel caso di Vitiello a cui viene contestato anche il fatto di non aver informato i vertici M5S della sua appartenenza alla loggia”. Ma non si è fatta attendere nemmeno la risposta del candidato di Castellammare, il quale sembra non avere alcuna intenzione di ritirarsi; anzi, alla richiesta da parte del M5s di firmare un modulo con l’impegno a dimettersi in caso di elezione, Vitiello ha risposto “picche”. “Non remerò contro il Movimento, ma resto candidato e vado avanti per la mia strada nella certezza di essere compreso da chi davvero mi conosce e crede in me”, è stata infatti la sua risposta.
Elezioni 2018, la diffida del M5s
“Ho avuto una breve esperienza in una loggia massonica e si tratta di un periodo che ha caratterizzato solo una parte della mia vita, conclusasi in tempi non sospetti e non per ragioni di opportunismo politico” – ha spiegato sempre il candidato campano che nella vita è un avvocato. Egli sostiene di essere in regola “con il codice etico del M5s”, che ha letto e studiato “come ogni altro adempimento burocratico”.
I vertici del moVimento pentastellato però non sentono ragioni; e, a seguito del rifiuto da parte di Vitiello di firmare la rinuncia a candidarsi, è infatti giunta la diffida. “Essendosi rifiutato di rinunciare spontaneamente alla candidatura e all’elezione, Lello Vitiello viene diffidato dall’utilizzo del simbolo del M5S“, affermano i vertici. L’avvocato però insiste e sostiene che non ritirerà il suo nome dalla lista.