Sondaggi elettorali del TP per le regionali del Lazio. Zingaretti davanti, ma non di molto
Sondaggi elettorali del TP per le regionali del Lazio. Zingaretti davanti, ma non di molto
Anche dal nostro sondaggio, realizzato con metodo CAWI su circa 800 soggetti, come in altri precedenti, emerge come le prossime elezioni regionali nel Lazio siano più aperte che mai.
Certamente rimane favorito il governatore uscente Zingaretti, che è il candidato più popolare e conosciuto, ma i suoi avversari si avvicinano.
La distanza tra Zingaretti, al 30,9%, e la Lombardi, del Movimento 5 Stelle, al 27%, è inferiore al 4%, e anche Parisi, al 25%, non è lontanissimo. Nonostante la presenza di Pirozzi con il 10,7%.
Certo, il centrodestra spera in un effetto traino del voto nazionale, che lo vedono certamente favorito, oltre che in una sorta di voto utile in uscita dal sindaco di Amatrice. Non è però detto che accada.
Le incognite sono ancora molte, tra queste l’impatto eventuale di rimborsopoli sul Movimento 5 Stelle
Sondaggi elettorali sul Lazio, tra i partiti primo il M5S, il PD soffre il consenso agli alleati
Quello che è certo è che l’alleanza con Liberi e Uguali sta portando bene al centrosinistra. Il suo 4,4% appare vitale per Zingaretti.
Anche perchè il PD si limita a un 14,5%, soffrendo la forza della Civica Zingaretti, al 6,1%, e in parte degli alleati.
Il Movimento 5 Stelle sarà senza dubbio il primo partito, con il 28,3%, ma certo è penalizzato dall’assenza di alleati.
I partiti del centrodestra infatti sono molto più bassi, ma insieme lo superano. Si va dal 10,2% di Forza Italia, al 9% della Lega all’8% di Fratelli d’Italia, al 2,2% di Energie per l’Italia, al 2,1% di Noi per l’Italia.
Bassa la civica Pirozzi, che con il 4,6% non tiene il passo del candidato presidente.
Si distingue Casapound con un 4,5% tondo, e potrebbe entrare in consiglio regionale.
Del resto a Roma e nel Lazio gioca in casa.
Sondaggi elettorali sul Lazio, grandi variazioni in due settimane
Rispetto ai sondaggi elettorali di più di due settimane fa, che vedeva Zingaretti molto più avanti e il Pd oltre il 25%, le cose sono variate molto.
Come evidenziato anche dagli altri istituti il centrosinistra e Zingaretti hanno avuto un forte calo.
Le ragioni sono molte:
- il centrodestra ha prescelto dopo vari tentennamenti il proprio front-runner, Parisi, e i suoi elettori si sono ritrovati con un candidato da votare, che prima non c’era.
- I partiti si sono moltiplicati, si nel centrodestra che nel centrosinistra, che al di fuori dai poli. Sono stati penalizzati alcuni partiti principali, come il PD e Forza Italia, che perdono voti a vantaggio degli alleati minori.
- Il PD è stato penalizzato doppiamente perché con il procedere della campagna e con il maggiore interessamento degli elettori, soprattutto quelli non assidui alla politica si stanno esprimendo. E seguono sovente più dinamiche nazionali che regionali. Da qui un avvicinamento delle percentuali per il voto in regione a quelle per le politiche, in cui il PD è decisamente svantaggiato.