Sondaggio Ipr per Tg3: resta alta la fiducia in Renzi. Gli italiani vogliono le preferenze
Sondaggio Ipr per Tg3: resta alta la fiducia in Renzi, gli italiani vogliono le preferenze
Presentato durante il Tg3 diretto da Bianca Berlinguer del 15 luglio un nuovo sondaggio IPR Marketing sulla fiducia nel governo e nei principali leader, nonché sul tema delle riforme istituzionali.
Appare in lieve ribasso, anche se il valore rimane alto, la fiducia nel Presidente del Consiglio Matteo Renzi, passata in due settimane dal 57% al 55%, mentre la fiducia scende al 40% se parliamo invece dell’Esecutivo, un dato invariato rispetto alla precedente rilevazione. Tutti gli altri maggiori leader di partito risultano staccatissimi, con Silvio Berlusconi e Angelino Alfano entrambi al 20%, il leghista Matteo Salvini al 17%, Beppe Grillo al 15%, mentre Meloni e Vendola non vanno oltre rispettivamente il 13 e il 12 per cento.
Passando all’argomento riforme, l’elettorato di Forza Italia sembra gradire solo in parte la posizione di Berlusconi in merito: per il 52% infatti l’ex Cavaliere dovrebbe essere un po’ più critico verso le riforme, pur appoggiandole, a fronte di un terzo che invece è d’accordo sul pieno sostegno alle riforme. Rispetto alla collaborazione fra PD e M5S le opinioni sono più o meno favorevoli a seconda dell’elettorato: fra i democratici, circa tre quarti sostengono la necessità di una collaborazione, mentre fra i “grillini” la percentuale scende al 54%.
Quanto alla nuova legge elettorale, un’ampia maggioranza di italiani (65%) preferisce le preferenze alle liste bloccate previste invece dal testo dell’Italicum frutto del cosiddetto “Patto del Nazareno”. Sono di più inoltre coloro che preferirebbero che la soglia sotto la quale risulterebbe necessario il ballottaggio debba salire dal 37% al 40%.
Infine, secondo il sondaggio Ipr un 45% appare ottimista (ma con moderazione) sulle prospettive economiche dell’Italia, dicendosi certi che la situazione migliorerà anche se ci vorranno 2 o 3 anni, mentre un 13% è convinto che un anno potrà bastare. I pessimisti assoluti sono circa un quarto degli intervistati e invece un 5% ha già percepito un miglioramento.