Sondaggi politiche 2018: ultimi ancora in calo Pd, i motivi elettorali

Pubblicato il 14 Febbraio 2018 alle 12:55 Autore: Guglielmo Sano
sondaggi politiche 2018

Sondaggi politiche 2018: ultimi ancora in calo Pd, i motivi elettorali

L’intesa tra +Europa e Pd doveva avvantaggiare soltanto il partito di Renzi. Invece, almeno stando agli ultimi sondaggi, la lista di Emma Bonino si appresta a superare la soglia del 3%. In base alla legge elettorale con cui si andrà al voto il 4 marzo, i partiti in coalizione che non superano la soglia di sbarramento ma che oltrepassano l’1% non ottengono seggi dal proporzionale. Tuttavia, la percentuale che raccolgono va a incrementare la percentuale del partito dominante della coalizione. Proprio su questo meccanismo puntavano i Dem al momento di stringere l’alleanza con Insieme e Civica Popolare oltre che con il partito della Bonino. D’altra parte, se +Europa arrivasse al 3% conquisterebbe anche dei seggi dal proporzionale; in pratica, sottrarrebbe al Pd tra i 15 e i 25 seggi tra Camera e Senato.

Sondaggi politiche 2018: ultimi ancora in calo Pd, i motivi elettorali

Della possibilità di un “effetto Bonino” sul prossimo voto ha parlato anche il New York Times; una possibilità, infatti, non una certezza: d’altronde, al successo nei sondaggi spesso non corrisponde quello alle urne. In questo caso, però, l’eventuale exploit della Bonino non dovrebbe essere collegato all’indubbia statura politica dell’ex commissario Ue. Più che altro, una buona percentuale di voti accordata a +Europa indicherebbe il concretizzarsi di un calcolo politico da parte degli elettori di centrosinistra.

La dinamica potrebbe essere sintetizzata con la formula: “voto rifugio” contro “voto utile”. L’elettore d’area potrebbe scegliere la Bonino – e il suo progetto à la Macron – nel tentativo di frenare l’avanzata di sovranisti ed euroscettici senza premiare né il Pd né Leu. Il messaggio a chi ha governato a vario titolo negli ultimi anni sarebbe: “non ti apprezzo tanto da votarti ma non posso votarti contro“.

Dal canto suo, Renzi ha già dato il via alla campagna per il “voto utile”. I primi appelli erano stati indirizzati al partito di Grasso, ora si attende un’altra manche con bersaglio privilegiato proprio la formazione alleata. Detto ciò, anche se +Europa disponesse di una sua squadra dei deputati con tutta probabilità non si discosterebbe dal copione delle “larghe intese”; la Bonino ha già fatto capire di essere contraria al ritorno alle urne con il Rosatellum, certo, l’occasione di giocare fuori dagli schemi sarebbe ghiotta.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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