Elezioni 4 marzo 2018: collegi uninominali, dove si decide l’esito
Elezioni 4 marzo 2018: collegi uninominali e plurinominali, dove si decide l’esito
Il 4 marzo, giorno in cui si terranno le nuove elezioni, sarà anche il momento – dopo anni – in cui molti candidati si sfideranno nei collegi uninominali; ciò significa che a “spuntarla” sarà chi riuscirà a guadagnare anche solo un voto in più dell’avversario. Ma, in particolare, quali sono i collegi le cui sfide decideranno l’esito elettorale? Vediamoli.
Elezioni 4 marzo, le sfide più “calde”
Una delle competizioni più interessanti è su Roma, e vede sfidarsi il dem Matteo Orfini con il pentastellato Lorenzo Fioramonti nel collegio di Torre Angela; probabilmente il candidato del M5s parte in vantaggio per l’alto gradimento su quel territorio, ma non è certo detta l’ultima parola. Rimanendo sempre sulla capitale ma spostandosi in zona Gianicolense, altra sfida importante è quella per il Senato tra la leader di +Europa, Emma Bonino, e Claudio Consolo (M5s); anche qui la previsione è di un vantaggio del candidato per i 5 stelle, che su Roma avrebbero più appeal rispetto all’area dem.
Chi vincerà i collegi uninominali? Ecco la grande mappa del Termometro
Sempre a Roma – ma nel collegio di Roma 1 – si sfideranno l’attuale premier, Paolo Gentiloni, e Angiolino Cirulli (M5s). Il grande successo da sempre registrato in questo collegio per il centrosinistra, combinato con il semi-anonimato del concorrente di Gentiloni, fanno di questa sfida; quella con il risultato più “scontato”.
Elezioni 2018: i candidati Pd
A Sesto Fiorentino “gareggiano” per, invece, la Camera Roberto Giachetti per il Pd e Serena Pillozzi per Liberi e Uguali; la coraggiosa decisione del candidato dem di correre solo in un collegio uninominale – senza quindi nessun paracadute al plurinominale – è stata apprezzata, ma non è detto che porti a una conseguente vittoria. Questo perché, nonostante Sesto Fiorentino sia uno dei comuni più a sinistra d’Italia, alle ultime comunali il Pd è stato battuto dalla coalizione che appoggerà la Pillozzi. E sempre in terra Toscana, e di preciso a Siena per la Camera, si gioca la partita di Padoan (Pd), Borghi (Lega) e Sibilia (M5s); qui la vittoria di Padoan è data per favorita, sia per la storica appartenenza politica della città che per il salvataggio della banca Monte dei Paschi da parte del ministro dell’Economia.
Arrivando poi nel capoluogo toscano, a Firenze nell’uninominale per il Senato, troviamo l’ex premier Matteo Renzi e il leghista Alberto Bagnai; per il segretario dem, che è stato presidente di Provincia e sindaco, non dovrebbero certo esserci problemi. Il professore di Economia, noto no-euro, ha infatti anche il salvagente del plurinominale, essendo capolista in Abruzzo.
Elezioni 4 marzo, gli esiti più incerti
Molto interesse suscita senza alcun dubbio la sfida che si terrà in Emilia Romagna, e di preciso nel collegio uninominale di Bologna per il Senato. Qui a giocarsi una partita importante ci sono l’ex presidente della Regione Vasco Errani (LeU) e Pierferdinando Casini (Civica Popolare); Bologna, si sa, è una città da sempre schierata a sinistra, mentre Casini è un politico che nel tempo ha vestito diverse “casacche”. Ma l’ex leader Udc oggi ha una narrativa nuova da offrire ai bolognesi, che sono da lui invitati a superare le vecchie divisioni tra destra e sinistra per “combattere i populismi”.
Per rimanere in tema di “vecchi lupi” della politica, sfida interessante sarà quella che vede come partecipanti Massimo D’Alema (LeU) e Teresa Bellanova (Pd). Lo storico uomo di sinistra torna a correre in una competizione elettorale dopo anni di assenza, e lo fa correndo nel collegio di Nardò-Gallipoli contro l’ex viceministro dello Sviluppo economico.
Elezioni 4 marzo, le principali sfide del Sud e del Nord
Spostandoci al sud invece vediamo correre per la Camera, al collegio di Acerra, Luigi Di Maio e Vittorio Sgarbi. Tale collegio ha al suo interno anche la città natale del candidato premier per il M5s, Pomigliano D’Arco, quindi sarà difficile ottenere la vittoria per il critico d’arte; Sgarbi, per altro, voleva candidarsi con il suo movimento, Rinascimento, ma alla fine l’opzione Forza Italia ha avuto la maggiore.
Salendo al nord troviamo una delle candidature più contestate, quella di Maria Elena Boschi al collegio di Bolzano per la Camera; a sfidarla in un territorio familiare ma non troppo c’è la forzista Micaela Biancofiore, che invece di confidenza col territorio ne ha e pure tanta. La candidata del centrodestra è infatti nativa di Bolzano e, soprattutto, ha concentrato lì la sua attività politica; nonostante ciò la Boschi – che comunque è candidata anche in altri 5 collegi plurinominali – non è data già per sconfitta, data la natura del collegio. Sembrerebbe non difficile per il centrosinistra puntare a conquistarlo.