Riforma Senato: dopo le dure critiche di Stefano Rodotà giungono le impressioni di un altro professore. Per Roberto D’Alimonte “si è allargato troppo il perimetro legislativo all’interno del quale il Senato può avere un’influenza decisiva, soprattutto in materia di leggi di bilancio“.
Roberto D’Alimonte, che ha collaborato con Renzi alla stesura dell’Italicum, intervistato dal Corriere della Sera, avverte: “questo meccanismo assegna un potere di influenza eccessivo al nuovo Senato”. “Non vorrei che il bicameralismo perfetto, che era stato cacciato dalla porta, rientri dalla finestra”. “Questo problema è aggravato”, continua il politologo, “dal combinato disposto” “della riforma costituzionale con la riforma in corso del sistema elettorale, cioè con l’approvazione dell’Italicum”.
E pone l’accento sul premio di maggioranza: “così com’è congegnato il premio di maggioranza adesso”, dice il professore, “la coalizione di governo”, “può contare solo su 5 voti di scarto: troppo pochi per assicurare la governabilità“. D’Alimonte sottolinea poi come “il testo di riforma in discussione oggi in Senato è migliore del primo”: “si elimina quell’anomalia italiana per cui il nostro Senato attualmente è l’unico caso su 28 Paesi dell’Unione a incarnare il bicameralismo perfetto”. Tra gli altri miglioramenti, il fatto che Palazzo Madama “sarà con certezza il Senato delle Regioni”, e l’assegnazione dei seggi alle regioni «in modo proporzionale alla popolazione.