Sondaggi politici SWG, legittima difesa: fin dove è giusto spingersi?
Sondaggi politici SWG, legittima difesa: fin dove è giusto spingersi?
Per quanto non sia uno dei temi centrali di questa campagna elettorale, la questione della legittima difesa ritorna ciclicamente all’interno dell’arena mediatica. SWG ha già proposto questionari simili ai suoi intervistati e, anche in questo caso, ci si ritrova con una larga maggioranza di italiani apertamente favorevole alla legittima difesa.
Sondaggi politici SWG: campione equamente suddiviso tra linea dura e “necessaria”
L’istituto demoscopico SWG sottopone la seguente domanda;
Secondo lei, una persona che vede entrare un ladro in casa o nel proprio negozio, ha il diritto di difendersi, anche correndo il rischio di uccidere una persona?
Come anticipato, la stragrande maggioranza del campione – rappresentativo dell’intera popolazione nazionale – è più che favorevole alla legittima difesa. Un 40% afferma che “sì, dovrebbe essere giusto potersi difendere con qualsiasi mezzo da chi invade la nostra proprietà privata.” Ciò significa che il diritto ad offendere deve essere garantito contro chiunque invada la proprietà. In questa risposta, non si segnala la componente della minaccia o del pericolo; elemento sì presente nella risposta data da un altro 40% degli intervistati: “Sì, ma solo per difesa: non si deve sparare per uccidere o colpire un ladro in fuga”.
Questa risposta conferisce un senso leggermente distinto al diritto della legittima difesa. Rispetto alla prima, che presenta una visione assoluta e univoca del diritto alla legittima difesa, quest’ultima pone dei limiti, legati alla pericolosità della situazione e all’azione dell’altro soggetto.
Sondaggi politici SWG: per meno di 1 su 10, la legittima difesa non è… legittima
Come dimostra il sondaggio, sono davvero in pochi ad andare contro il diritto alla legittima difesa. Il 9% marca la risposta che afferma che “No, è in ogni caso sbagliato ferire o uccidere una persona, anche se invade una proprietà privata”. Infine, una percentuale simile del campione (l’11%) evita di rispondere o non ha una propria opinione ben definita.