Spesa pubblica, in quali Paesi in Europa è più alta, la mappa
E’ uno degli indicatori economici più studiati e osservati, certo tra quelli più utilizzati in campagna elettorale. L’incidenza della spesa pubblica sul PIL.
Indica quanto pesa lo Stato sull’economia, quanto interviene, e certamente è anche una misura della sua efficienza. Perchè è chiaro che di fronte a una spesa e a una tassazione molto alta e servizi scadenti il j’accuse contro lo Stato parte automaticamente.
E’ spesso il caso dell’Italia. Che da un lato ha una spesa pubblica più alta della media, ma dall’altro non risulta essere al primo posto.
Dove vi è invece la Finlandia, e al secondo posto la Francia.
Al contrario si deve andare nei Paesi dell’Est più poveri per ritrovare un peso dello Stato più basso, Paesi in cui non è mai esistito un welfare paragonabile a quello dell’Ovest.
Ma vediamo i numeri tratti da Heritage.org.
Spesa pubblica, Italia all’ottavo posto con il 50,3%
Se la Finlandia si pone in testa con il 57,1% di spesa sul PIL, l’Italia è solo ottava, con il 50,3%.
Viene superata da Paesi che però obiettivamente hanno anche uno Stato Sociale decisamente più largo. Non solo la Francia, seconda con il 57%, ma anche la Danimarca, che è al 54,6%, l’Austria, al 51,8%, la Svezia, al 50,6%.
C’è anche la Grecia davanti, ma in questo caso è il calo del PIL che ha provocato un rapporto così elevato.
La Germania è solo al 44,2%, meno anche di Paesi dell’Est come Croazia e Serbia, o dei Paesi Bassi.
Ancora più giù troviamo il Regno Unito, al 43%, e la Spagna, al 43,7%. Sono da diverso tempo un esempio di economie più liberiste di quelle come quella tedesca o italiana o delle scandinave.
Terminano poi i Paesi occidentali, con la sola eccezione dell’Irlanda, al 31,9%, che della bassa tassazione e quindi spesa ha fatto uno strumento di successo e attrazione capitali. Assieme alla Svizzera, non a caso solo al 34%.
Per il resto su queste percentuali troviamo solo Paesi come la Romania, l’Albania, la Macedonia, la Lituania, la Moldova, molto sotto il 40%.
Così come la Russia.
Non è un caso se molte aziende italiane, francesi, tedesche spostano alcune produzioni in questi Paesi.