Juventus, per niente Allegri dopo l’addio di Conte e dei sogni d’Europa
Un fulmine a ciel sereno. La Torino bianconera è scossa da una notizia che mai nessuno avrebbe pensato di apprendere. Antonio Conte non è più l’allenatore della Juventus tornata, grazie al tecnico leccese, regina d’Italia con tre scudetti di fila. A distanza di poche ore dal doloroso quanto inaspettato addio, ecco il nome del sostituto di Conte, a questo punto prossimo alla panchina della Nazionale italiana. Si tratta di Massimiliano Allegri, ex Milan e promettente opinionista televisivo.
I MOTIVI DELL’ADDIO – Era cosa piuttosto risaputa che i rapporti tra Conte e la dirigenza juventina non fossero poi così buoni a causa di una serie di divergenze riguardanti il futuro. La Juventus doveva essere pronta, secondo l’ex tecnico bianconero, a quel grande passo chiamato Europa. Il calcio moderno ci insegna, però, che per poter competere con le corazzate spagnole, tedesche ed inglesi, servono i top players che la nostra Serie A non può più ospitare.
Conte voleva che Andrea Agnelli e Giuseppe Marotta investissero su alcuni giocatori da lui stesso segnalati ( Alexis Sanchez, per esempio ), blindando i fenomeni juventini Arturo Vidal e Paul Pogba, grandi protagonisti durante la “kermesse” brasiliana. La dirigenza, invece, non se la sentiva proprio di tornare grande anche in Europa principalmente per motivi di bilancio. Inevitabile quindi che qualcosa si rompesse, dopo i continui silenzi da parte della società circa il calciomercato, le insistenti voci che danno in partenza proprio il francese ed il cileno, e quei nomi ( Alvaro Morata e Manuel Iturbe ) non in linea con il progetto di Conte.
PER NIENTE ALLEGRI – Il tecnico livornese ha tutte le caratteristiche per sedere sulla panchina della Vecchia Signora: italiano, vincente ( ha vinto uno Scudetto con il Milan nel 2011 ) e dall’ingaggio più o meno basso ( 2 milioni e mezzo ) . Allegri, a differenza di Conte, sarà un tecnico che non andrà continuamente a bussare alla porta di Marotta per richiedere giocatori o per contestare apertamente le scelte societarie. I tifosi juventini, però, non l’hanno presa bene e sono già sul piede di guerra.