Quella legislatura, 2006-2008, quella di Prodi premier per la seconda volta, potrebbe risultare essere stata corrotta dalla longa manus di Berlusconi. Almeno è quanto ipotizza il fascicolo del pm Henry John Woodcock e dai suoi colleghi, Vincenzo Piscitelli e Fabrizio Vanorio. Oggi il diretto interessato, Romano Prodi, è stato sentito al tribunale di Napoli in merito alla fine del governo da lui presieduto.
Pur essendo nato con un paio di senatori di vantaggio, il Governo Prodi II a cavallo tra 2007 e 2008 viveva una fase di “tranquillità”, afferma l’ex Presidente della Commissione Europea. “Era passata la finanziaria, cera maggiore coesione”. Poi il fulmine a ciel sereno: Mastella e la minoranza altoatesina che appoggiavano Prodi cambiano idea e lo sfiduciano. Gli avvocati di Berlusconi, Ghedini e Cerabona, si soffermano su queste due forze politiche e sul rapporto col premier. Poi sulle trattative col senatore Pallaro per far votare la Finanziaria. Ma il vero nodo della questione resta il senatore Sergio De Gregorio.
Eletto nelle fila dell’Italia dei Valori, De Gregorio aveva lasciato la maggioranza dopo pochissime settimane dalla nascita della XV legislatura. Un cambiamento motivato per una serie di ragioni interne alla Commissione Difesa di Palazzo Madama (nella quale l’ex Idv aveva votato con la minoranza, la Casa delle Libertà). Ma una lettera inviata dal Senatore interessato a Romano Prodi, il 12 giugno 2013, nella quale si scusava per “essere stato corrotto da Berlusconi” ha riaperto la questione.
“Sono cascato dalle nuvole ha affermato Prodi”, evidentemente stupito sia dalla confessione di De Gregorio sia dalla concretezza per la quale il suo Governo cadde. Infatti erano solo ed esclusivamente voci quelle di un’ipotetica corruzione. “Erano solo chiacchere quotidiane”, spiega Prodi, che continua: “Non sono mai stato informato su fatti specifici, altrimenti sarei ancora presidente del Consiglio”. Del resto, conclude Prodi, “ci stavo volentieri al governo”.