Sergio Costa: chi è il Ministro dell’Ambiente scelto dal M5S
Sergio Costa: chi è il Ministro dell’Ambiente scelto dal M5S.
Tra i nomi dei ministri di un possibile governo M5S spunta quello di Sergio Costa. È stato annunciato dallo stesso leader del Movimento, Luigi Di Maio. Che nell’eventualità di un governo pentastellato, posizionerebbe Costa al Ministero dell’Ambiente. Un nome che certo fa parlare, soprattutto per chi ancora non lo conosce. L’annuncio ufficiale è stato dato in tv, in occasione della trasmissione televisiva, “In ½ ora in più” su RaiTre. Ma andiamo a vedere più da vicino chi è Sergio Costa.
Sergio Costa: l’annuncio di Di Maio
Il Movimento 5 Stelle già pensa a un possibile governo e comincia a fare i primi nomi dei ministri. Il primo in assoluto è stato fatto in occasione della trasmissione “In ½ ora in più” su RaiTre, direttamente dal leader pentastellato, Luigi Di Maio. L’obiettivo è quello di comunicare agli elettori i possibili nomi di un ipotetico governo M5S. Di Maio ha rivelato che questa settimana “il M5S presenterà una proposta al Presidente della Repubblica di una lista di ministri, persone secondo noi ideali”. Lo scopo è quello di “spiegare agli italiani su quale patrimonio umano dovrebbe investire lo Stato”, in tempi preventivi rispetto all’election day del 4 marzo.
E così è venuto fuori il primo nome. “Per il Ministero dell’Ambiente ho intenzione di proporre un servitore dello Stato. Il Generale di Brigata dei Carabinieri Sergio Costa. Il quale si è distinto in questi anni nella lotta ai crimini ambientali”. Colui il quale “ha scoperto la più grande discarica di rifiuti pericolosi d’Europa, e ha collaborato con la commissione antimafia”. Un annuncio solenne per una personalità di rilievo e di spicco che ha agito contro la criminalità ambientali. Andiamo quindi a fare la conoscenza di Sergio Costa.
Sergio Costa: chi è e cosa ha fatto
Sergio Costa è nato a Napoli nel 1959 e si è laureato in Scienze Agrarie, conseguendo un Master in Diritto dell’Ambiente. Il suo curriculum parla chiaro: Comandante regionale del Corpo Forestale dello Stato in Campania fino a quando il corpo è stato recentemente sciolto (nel 2016). Costa non la prese bene, affermando che “personaggi vicini alle ecomafie operanti tra Napoli e Caserta” avevano festeggiato con dolci e spumante a quella notizia. Nel suo curriculum Costa vanta anche una collaborazione con la Direzione Nazionale Antimafia; operatività anche in contesto internazionali relativamente al traffico illecito di rifiuti nocivi.
La scoperta di cui parla Di Maio e che ha conferito maggiore autorevolezza alla figura di Sergio Costa è da ricondursi alla Terra dei Fuochi. “La più grande discarica di rifiuti pericolosi di Europa seppellita nel territorio di Caserta”, come ha detto Di Maio su Facebook. Merito di Costa è quello di aver messo a nudo “gli opachi rapporti delinquenziali nell’ambito dei rifiuti tossici”. E alla Terra dei Fuochi Costa ha fatto anche riferimento quando il Corpo Forestale dello Stato è smantellato. “La nostra specializzazione sull’ambiente ci ha permesso di scoprire la Terra dei Fuochi e adesso lo Stato ci vuole smantellare”, disse al Corriere del Mezzogiorno.
Infine, navigando sul sito dell’Arma dei Carabineri, si può anche spulciare il suo reddito imponibile al 2016. Che ammonta a 56.256,47 euro netti (10.767,62 euro al lordo di Irpef e contributi). Infine, sempre sul portale dell’Arma, si legge che Costa nel 2017 non ha assunto alcuna carica presso Enti pubblici o privati; né altri incarichi con oneri della finanza pubblica.
Sergio Costa: le reazioni all’annuncio di Di Maio
L’annuncio di Di Maio relativo alla “candidatura” di Sergio Costa all’Ambiente non è stata presa bene dal deputato Michele Anzaldi (PD). Che a Libero prima ha parlato di “improbabile caso di una maggioranza assoluta grillina”. E poi se l’è presa con l’annuncio, affermando che “l’utilizzo della divisa dei carabinieri per fare campagna elettorale è inaccettabile”.
E il diretto interessato? Come riporta Agi, Costa ha dato la sua disponibilità. Prima ha chiesto di essere posto in licenza al fine di evitare che la sua decisione personale possa condizionare le attività di servizio. Quindi ha dichiarato: “Da servitore dello Stato, qualora il premier incaricato ritenesse di indicarmi come possibile ministro dell’Ambiente, mi renderò disponibile”.