Influenza 2018: Burian aumenta i sintomi, ma il freddo non c’entra

Pubblicato il 27 Febbraio 2018 alle 12:44 Autore: Daniele Sforza
Influenza 2018: Burian aumenta sintomi?

Influenza 2018: Burian aumenta i sintomi, ma il freddo non c’entra.

La influenza 2018 è stata un’influenza record, ma parlare al passato è forse sbagliato. Il picco è in diminuzione, ma nei prossimi giorni potrebbe colpire ancora. Colpa del gelo in arrivo, di Burian e degli sbalzi di temperatura improvvisi, che vanno a favorire il dilagare dei virus. Tuttavia c’è anche da precisare che il virus dell’influenza ha poco a che fare con il freddo. L’influenza, come quella del 2018 ancora in corso, è causata dalla presenza di un virus. O meglio, se in giro non circola un virus, il rischio di prendere l’influenza non dipenderebbe (solo) dalle temperature termiche.

Influenza 2018: Burian aumenta i sintomi?

Secondo Silvestro Scotti (Fimmg) ci si aspetta “un aumento dell’afflusso di pazienti, perché il gelo improvviso favorisce complicanze respiratorie e non solo”. Stando alle parole riportate da meteoweb, Scotti imputa agli sbalzi di temperatura e al gelo il favorire dei virus. Per questo ha consigliato a chi non si è ancora vaccinati di contattare il proprio medico per verificare una residuità di vaccino. Per Scotti i soggetti più vulnerabili agli effetti del freddo risultano “cardiopatici, ipertesi e persone con malattie respiratorie”. Il consiglio a chi soffre di questi problemi è quello di vestirsi a strati al fine di impedire shock termici che potrebbero risultare pericolosi, soprattutto alle vie respiratorie.

Inoltre “sarebbe preferibile evitare di uscire molto presto o molto tardi”. Tuttavia, se proprio si deve, al rientro a casa è consigliabile scaldarsi con una bella tisana o camomilla o qualsiasi altra bevanda calda. L’importante è che quest’ultima sia priva di caffeina e teina. Inoltre, sempre meglio integrare zuppe e brodi nella propria dieta nei giorni più freddi, per tenersi al caldo e rifornire il corpo delle energie necessarie ad affrontare gli effetti del gelo.

Influenza 2018: l’influenza dipende dal freddo?

Come scrive Il Post, “a oggi nessuna ricerca scientifica ha dimostrato in modo incontrovertibile che aria fredda, neve, pioggia e vento causino più facilmente raffreddore, mal di gola o influenza”. L’attacco influenzale può agire solo se nell’aria circola un virus. Certamente è più probabile che l’influenza colpisca durante le stagioni fredde, ma solo perché i virus sono più diffusi in questo periodo. In cui peraltro siamo soliti frequentare maggiormente luoghi chiusi e affollati. E quindi stare più a contatto con le persone. Ci sono altre conseguenze che facilitano gli attacchi dei virus durante queste stagioni. Elementi che aiutano a riscaldarci – come il riscaldamento – e che influiscono sull’aria, che diventa più secca e influisce sul nostro sistema immunitario.

Ovviamente, alla luce di quanto riportato, il freddo è una concausa del diffondersi del virus. Perché se non facesse freddo, staremo più all’aria aperta, meno in luoghi affollati e non avremmo bisogno di riscaldamento, né tantomeno saremmo così soggetti a sbalzi termici importanti. Uno studio recente sul tema ha comunque individuato una fragilità maggiore delle nostre difese quando la temperatura è più bassa. Sulla stessa lunghezza d’onda, altre ricerche hanno cercato di testare la correlazione tra freddo e malattia, producendo risultati piuttosto chiari a livello pratico, ma non trovando molto riscontro in prove evidenti, magari perché le variabili prese in esame durante gli esperimenti erano molto basse. E quindi non adattabili a un contesto reale e all’organismo umano.

Certamente restano in piedi i consigli del dottor Scotti. Proteggersi coprendosi e assumendo bevande calde e certi tipi di cibi può aiutare a proteggersi dalle temperature basse. Soprattutto per chi soffre di problemi alle vie respiratorie o risulta più vulnerabili agli attacchi influenzali a causa di altre patologie.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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