Influenza 2018: Burian aumenta i sintomi, ma il freddo non c’entra.
La influenza 2018 è stata un’influenza record, ma parlare al passato è forse sbagliato. Il picco è in diminuzione, ma nei prossimi giorni potrebbe colpire ancora. Colpa del gelo in arrivo, di Burian e degli sbalzi di temperatura improvvisi, che vanno a favorire il dilagare dei virus. Tuttavia c’è anche da precisare che il virus dell’influenza ha poco a che fare con il freddo. L’influenza, come quella del 2018 ancora in corso, è causata dalla presenza di un virus. O meglio, se in giro non circola un virus, il rischio di prendere l’influenza non dipenderebbe (solo) dalle temperature termiche.
Influenza 2018: Burian aumenta i sintomi?
Secondo Silvestro Scotti (Fimmg) ci si aspetta “un aumento dell’afflusso di pazienti, perché il gelo improvviso favorisce complicanze respiratorie e non solo”. Stando alle parole riportate da meteoweb, Scotti imputa agli sbalzi di temperatura e al gelo il favorire dei virus. Per questo ha consigliato a chi non si è ancora vaccinati di contattare il proprio medico per verificare una residuità di vaccino. Per Scotti i soggetti più vulnerabili agli effetti del freddo risultano “cardiopatici, ipertesi e persone con malattie respiratorie”. Il consiglio a chi soffre di questi problemi è quello di vestirsi a strati al fine di impedire shock termici che potrebbero risultare pericolosi, soprattutto alle vie respiratorie.
Inoltre “sarebbe preferibile evitare di uscire molto presto o molto tardi”. Tuttavia, se proprio si deve, al rientro a casa è consigliabile scaldarsi con una bella tisana o camomilla o qualsiasi altra bevanda calda. L’importante è che quest’ultima sia priva di caffeina e teina. Inoltre, sempre meglio integrare zuppe e brodi nella propria dieta nei giorni più freddi, per tenersi al caldo e rifornire il corpo delle energie necessarie ad affrontare gli effetti del gelo.
Influenza 2018: l’influenza dipende dal freddo?
Come scrive Il Post, “a oggi nessuna ricerca scientifica ha dimostrato in modo incontrovertibile che aria fredda, neve, pioggia e vento causino più facilmente raffreddore, mal di gola o influenza”. L’attacco influenzale può agire solo se nell’aria circola un virus. Certamente è più probabile che l’influenza colpisca durante le stagioni fredde, ma solo perché i virus sono più diffusi in questo periodo. In cui peraltro siamo soliti frequentare maggiormente luoghi chiusi e affollati. E quindi stare più a contatto con le persone. Ci sono altre conseguenze che facilitano gli attacchi dei virus durante queste stagioni. Elementi che aiutano a riscaldarci – come il riscaldamento – e che influiscono sull’aria, che diventa più secca e influisce sul nostro sistema immunitario.
Ovviamente, alla luce di quanto riportato, il freddo è una concausa del diffondersi del virus. Perché se non facesse freddo, staremo più all’aria aperta, meno in luoghi affollati e non avremmo bisogno di riscaldamento, né tantomeno saremmo così soggetti a sbalzi termici importanti. Uno studio recente sul tema ha comunque individuato una fragilità maggiore delle nostre difese quando la temperatura è più bassa. Sulla stessa lunghezza d’onda, altre ricerche hanno cercato di testare la correlazione tra freddo e malattia, producendo risultati piuttosto chiari a livello pratico, ma non trovando molto riscontro in prove evidenti, magari perché le variabili prese in esame durante gli esperimenti erano molto basse. E quindi non adattabili a un contesto reale e all’organismo umano.
Certamente restano in piedi i consigli del dottor Scotti. Proteggersi coprendosi e assumendo bevande calde e certi tipi di cibi può aiutare a proteggersi dalle temperature basse. Soprattutto per chi soffre di problemi alle vie respiratorie o risulta più vulnerabili agli attacchi influenzali a causa di altre patologie.