Sondaggi politiche 2018: Ghisleri ‘Gentiloni serve a Renzi’, l’analisi

Sondaggi politiche 2018: Ghisleri su Renzi e Gentiloni

Sondaggi politiche 2018: Ghisleri ‘Gentiloni serve a Renzi’, l’analisi.

Il divieto di pubblicare e diffondere i sondaggi sulle elezioni politiche 2018 non silenzia i direttori degli istituti demoscopici. A tal proposito è utile sottolineare le dichiarazioni di Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia Research, proferite alla trasmissione L’aria che tira su La7. Il centro focale del messaggio è il binomio Renzi-Gentiloni. Un duo che funziona, in quanto opposti e complementari. Se Renzi era ed è un vulcano fatto di slide, presentazioni e attività a non finire, Paolo Gentiloni rappresenta la calma. Se l’ex premier era l’adrenalina, Gentiloni rappresenta la tranquillità. Ma andiamo ad analizzare nel dettaglio le parole rilasciate da Ghisleri.

Sondaggi politiche 2018: le dichiarazioni di Ghisleri su Renzi e Gentiloni

Per Alessandra Ghisleri a funzionare è l’insieme Renzi-Gentiloni. “Gentiloni piace perché non fa paura. Perché è una persona pacata”. Quindi la domanda legittima che ci si pone è la seguente. Serve più Gentiloni a Renzi o Renzi a Gentiloni? La Ghisleri su questo punto ha le idee chiare. “Il problema è che è il confronto che fa emergere, altrimenti Gentiloni non avrebbe avuto questo consenso. Attualmente è uno dei leader che riscuote maggiore fiducia”. Il motivo? Proprio il confronto con l’ex premier, che mette in risalto la figura che ha succeduto a Renzi alla poltrona di premier quando quest’ultimo si è dimesso.

“Il suo predecessore era bulimico di slide, presentazioni, attività”, continua la Ghisleri. “Mentre lui dà l’idea di una persona molto più calma. E insieme è un mix che funziona. E infatti, Gentiloni è stata la bacchetta magica che ha svoltato in un certo senso la posizione di Matteo Renzi in campagna elettorale”. Sostanzialmente, al momento attuale, il PD non esiste né senza Renzi, né senza Gentiloni. Si potrebbero definire l’uno la metà della medaglia dell’altro. Ma senza una faccia, esaminando le parole della Ghisleri, il PD perde quel mix che attualmente sembra vincente e rassicurante. Coinvolgendo sia quell’elettorato che subisce il fascino carismatico di una certa figura, sia la parte restante che preferisce toni bassi e pacati. Ma a quale percentuale sia arrivata questo elettorato, se sia cresciuta o sia ulteriormente ridotta, a oggi non possiamo ancora dirlo con certezza.

Sondaggi politiche 2018: Ghisleri sulle elezioni

Le persone devono essere al centro del dibattito politico, ma finora si è parlato di liste e candidati prevalentemente. Il Partito Democratico prosegue la sua rincorsa, soprattutto grazie alla figura e al ruolo di Gentiloni. Ma senza numeri e percentuali, le riflessioni sono tutte rimandate al voto del 4 marzo. La soglia sotto la quale un partito può dire di aver perso? “Più che le percentuali bisogna vedere i numeri veri”, ha affermato la direttrice di Euromedia Research. “Quelli che vanno a votare e che sono i più convinti sono coloro i quali hanno voglia di un cambiamento forte. Penso agli elettori M5S e Lega”.

Si potranno avere sorprese dagli indecisi e da chi deciderà all’ultimo momento? “Questa è una campagna elettorale che ha parlato poco delle infrastrutture, nonostante le recenti tragedie. E al tempo stesso non si è parlato neppure di cura del territorio, né di prevenzione”. Gli interessi reali delle persone, certamente; ma anche di un Paese intero e delle sue condizioni di salute generali.

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