Elezioni 4 marzo 2018: titoli di studio candidati, M5S i più titolati
Elezioni 4 marzo 2018: titoli di studio candidati, M5S i più titolati
Nell’ultimo numero dell’Espresso sono stati passati ai raggi X gli aspiranti a una poltrona in Parlamento. Nello specifico, l’inchiesta ha preso in esame un campione rappresentativo (300 casi) dei candidati dei 4 principali schieramenti (centrodestra, centrosinistra, M5S e LeU) in 85 collegi uninominali nelle maggiori città del paese. A questi è poi stato assegnato un punteggio – da 0 a 10 – in base ad alcuni parametri: livello d’istruzione; eventuali incidenti giudiziari; anni trascorsi nelle istituzioni; rapporti con i propri collegi elettorali; popolarità sui social network.
Due dati saltano agli occhi: il voto medio dei candidati non supera il 5 e mezzo; l’alleanza di centrosinistra ottiene il voto più elevato mentre è Liberi e Uguali il fanalino della speciale classifica. In ogni caso si tratta di una “questione di decimali” si legge sull’Espresso; infatti, “si va dal 5,86 per i candidati che sostengono Matteo Renzi al 5,35 di quelli targati Leu. In mezzo troviamo i Cinque Stelle, che arrivano a 5,43, poco sopra il centrodestra, che non va oltre 5,38”.
Elezioni 4 marzo 2018: titoli di studio candidati, M5S i più titolati
Da segnalare, per modo di dire, una “sorpresa” soffermandosi sulla categoria “livello d’istruzione”. È un po’ un leit motiv dei suoi avversari: il Movimento 5 Stelle candida sempre giovani inesperti. Invece, guardando ai dati raccolti dall’Espresso, i pentastellati questa volta fanno il pieno di professori universitari. Negli 85 collegi presi in esame nell’inchiesta, oltre un quarto dei candidati vanta un titolo accademico superiore alla laurea (dottorato di ricerca, Phd) oppure insegna all’università. Un numero che risalta ancora di più considerando la distanza dagli altri partiti; come si evidenzia sull’Espresso: “i candidati che hanno proseguito gli studi dopo la laurea sono il 15% in Liberi e Uguali; quasi il 12% nelle fila del centrosinistra e poco più dell’8% per il centrodestra”.