Elezioni politiche 2018: Berlusconi il più insultato. Seguono Renzi e Salvini
La campagna di queste elezioni politiche 2018 sembra non essere tanto amata dagli italiani. In particolare, rispetto a 5 anni fa – con facebook già in auge e Twitter in rampa di lancio -sembra esserci stato un incremento generalizzato dell’odio. I più colpiti sono i leader più in vista, ma ce n’è per tutti. Nella rilevazione effettuata da D-LinK si analizza il sentimento della rete: chi è l’elettore più arrabbiato? Da dove proviene? Qual è il suo bersaglio preferito?
Come si osserva nella nota metodologica;
“L’analisi è stata realizzata con il tool Crimson Hexagon. Sono stati presi in esame tutti i contenuti pubblicati online (in Italia e in italiano) dal 1 gennaio 2018 al 12 febbraio 2018 su social media, blog, forum e piattaforme di condivisione contenuti.
Gli argomenti in esame sono quelli legati al tema delle elezioni politiche 2018, ai partiti politici e ai rispettivi leader. Grazie al tool è possibile analizzare, scremare e raggruppare contenuti a seconda di specifiche parole chiave, argomenti e sentiment delle conversazioni.
A seguire è stato fatto un processo di verifica qualitativa manuale.”
L’analisi si basa su 2 milioni di commenti relativi alle elezioni politiche 2018, postati dal primo gennaio in poi.
Elezioni politiche 2018: oltre 10.000 commenti tra minacce e “augurio” di morte
Sui 2 milioni di commenti relativi alle politiche del 4 marzo, poco più della metà possono essere definiti “neutri”; ovvero, non caratterizzati da particolari commenti positivi o negativi rivolti a un individuo o partito. Segue il commento negativo: il 38% delle considerazioni sulle elezioni politiche (750.000 circa) contengono un messaggio negativo, offensivo o addirittura minaccioso. Sono ben 15.000 i commenti che augurano o minacciano la morte a un determinato politico o leader d’opinione. Altri 19.000 contengono riferimenti ad atti violenti.
L’elettore più arrabbiato è senza dubbio di genere maschile, che produce il 68% dei commenti insultanti e volgari, contro il “contributo” del 32% da parte delle donne.
Elezioni politiche 2018: nella campagna dell’odio in rete, “vince” il cavaliere. Gentiloni non pervenuto
Nella top 5 dei più insultati, primeggia il cavaliere Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia (interdetto dagli Uffici Pubblici fino al 2019) è il destinatario del 23% degli insulti personali rilevati. Seguono, a stretto giro di posta, i due Matteo: Renzi e Salvini (appaiati al 21%). Fuori da questo podio infelice, Di Maio (11%) e Grasso (8%).
Si rileva la presenza di Sgarbi all’interno di questa speciale classifica. Il critico d’arte ha un conto aperto con Di Maio e le sue uscite provocatrici generano sempre un gran dibattito. In coda alla classifica degli insultati, troviamo la portavoce di Potere al Popolo, Viola Carofalo (0,2% degli insulti totali in rete).
Le donne più vessate sono Emma Bonino (4,3%) e Giorgia Meloni (6,2%). La prima, viene accusata sia dall’estrema sinistra di Potere al Popolo, sia da una parte dell’elettorato di LeU. Giorgia Meloni attira le antipatie della gran parte del centrosinistra e le sue posizioni radicali la espongono a maggiori criticità.
Menzione positiva per Paolo Gentiloni. Il premier – complice il suo basso profilo – non rientra tra le figure di rilievo più insultati sul web.
Elezioni politiche 2018: la guerra infinita tra PD e M5S
Per quanto riguarda gli attacchi ai partiti, “vince” il partito di Governo: il Partito Democratico. I “dem” ricevono il 39% degli insulti e offese rivolte alle organizzazioni politiche. Segue il M5S, oggetto di critica per il 34% dei contestatori. Può stupire la lontananza della Lega e di Forza Italia, che presenta 2 dei 3 leader più vessati in rete. La Lega guadagna il terzo posto del podio dell’odio (12%). Segue, in quarta posizione, la formazione di estrema destra e apertamente neofascista, CasaPound Italia (5%). Forza Italia segue con il 4%. Tutti gli altri partiti si aggirano attorno all’1% degli attacci totali alle formazioni politiche.
Elezioni politiche 2018: picco di commenti per sacchetti, liste e Macerata
Come riporta D-Link, i giorni più intensi per l’agorà virtuale coincidono con alcuni eventi più o meno determinanti. Dalla bolla dei sacchetti bio, ai fatti di Macerata, fino alla discussione di Giorgia Meloni con il diretore del Museo Egizio di Torino.
- 4 gennaio (sacchetti bio)
- 10 gennaio (Berlusconi supporta la candidatura di Fontana)
- 18 gennaio (cambio del simbolo M5S)
- 29 gennaio (presentazione delle liste)
- 3 febbraio (fatti di Macerata)
- 12 febbraio (Museo Egizio)
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