Rinnovo contratto sanità: incontro all’Aran, nessun aumento per ora
Rinnovo contratto sanità: incontro all’Aran, nessun aumento per ora.
Fumata nera sull’indennità di esclusività nel monte salari. Così il sindacato dei medici Cimo ha commentato l’incontro di ieri all’Aran sul rinnovo contratto sanità. L’aumento stipendio era al centro della discussione, ma di fatto l’incontro non ha prodotto alcunché di positivo. La Cimo ha commentato l’incontro con una nota pubblicata sul proprio portale. Affermando che la possibilità di inserire l’indennità di esclusività nel monte salari al momento non è possibile. L’atto di indirizzo è bloccato al Mef e non c’è stato ancora l’ok all’integrazione. Questo significa che sarà tutto in pausa, fino al prossimo incontro, che però è previsto per mercoledì 14 marzo.
Rinnovo contratto sanità: Cimo arrabbiata
Il sindacato ha espresso tutta la sua indignazione per voce del suo presidente Guido Quici. “Questo è solo l’ultimo passo dello smantellamento della sanità pubblica”. Ma non si è parlato solo dell’aumento stipendio, ma anche di fissare un calendario sulla componente normativa. Naturalmente ciò ha fatto riemergere alcuni punti centrali delle nuove regole previste dal nuovo contratto.
“L’idea della parte datoriale è di riproporre l’accordo vergognoso siglato con il comparto. Un accordo che è stato frutto di una trattativa a cui la dirigenza medica non ha partecipata”. In questo senso, la Cimo si lamenta di trovarsi di fronte a un rimpallo tra Governo e Regioni. Detto questo, come rivela il comunicato, la Cimo sta pensando a una giornata di sciopero per fine marzo.
Rinnovo contratto sanità: Fp Cgil non vede nero
Anche il segretario nazionale di Fp Cgil Medici Andrea Filippi è intervenuto sulla questione. Ma il suo giudizio è stato certamente meno negativo rispetto alla Cimo. Come riporta Il Sole 24 Ore (Sanità24), il sindacalista ha detto di aver apprezzato l’impegno dell’Aran verso la chiusura del contratto in tempi ragionevoli. Al tempo stesso, sull’inclusione dell’indennità di esclusività nel monte salari, ha rimandato tutto al prossimo incontro del 14 marzo. Per Filippi si tratta di un “problema politico”, ma la speranza di trovare una soluzione il prima possibile non è così lontana dalla realtà.
“Non si comprende e non è accettabile che la parte pubblica usi due pesi e due misure tra nuova convenzione e rinnovo contrattuale per la dirigenza medica e sanitaria”. Sul primo punto, peraltro, Filippi ricorda che la Sisac “ha dato disponibilità a riconoscere un aumento superiore al 3,48%”.