Sondaggi politiche 2018: i flussi elettorali secondo SWG

Pubblicato il 6 Marzo 2018 alle 09:06 Autore: Andrea Turco
Sondaggi politiche 2018, m5s

Sondaggi politiche 2018: i flussi elettorali secondo SWG

Il voto del 4 marzo ha dato il suo responso: le forze definite “populiste” hanno vinto, le forze “governative” hanno perso. Luigi Di Maio, candidato premier in pectore dei Cinque Stelle, ha parlato di “fine della Seconda Repubblica” e di inizio della “Terza”.

Matteo Salvini, che ha vinto la sfida interna al centrodestra, si dice pronto a governare. Ma Forza Italia è spaccata. Come è spaccato il vero e probabilmente unico sconfitto di queste elezioni: il centrosinistra italiano.

Matteo Renzi ieri ha annunciato le dimissioni non senza riservare qualche frecciatina a chi non ha voluto votare nel 2017. Ha difeso ancora una volta il suo referendum e le cose fatte dal suo governo. E ha lanciato un avviso ai naviganti: “Nessun inciucio, niente caminetti, il Pd starà all’opposizione”. La minoranza dem non l’ha presa bene e sono già scattate le prime fibrillazioni. Renzi ha parlato anche di riflessioni da fare sul voto. Sì perchè il risultato è andato ben al di sotto delle più nefaste aspettative. Sondaggi politiche 2018, pd

Basta dare un’occhiata ai flussi di voto analizzati da Swg per capire cosa ha fatto il popolo dem il 4 marzo. Il popolo del 40,8% delle Europee è scomparso. Di quell’elettorato il 50,2% ha confermato il voto al Pd, il 15,6% non ha votato mentre il 34,2% ha cambiato il proprio orientamento. Il 16,8% ha sposato la causa dei Cinque Stelle, il 3,4% ha preferito votare +Europa di Emma Bonino. L’8,4% ha addirittura dato fiducia alla destra di Lega e Forza Italia mentre solo il 4% ha optato per i fratelli coltelli di Liberi e Uguali.

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Già, Liberi e Uguali. Per la formazione di Grasso è stata una vera e propria debacle. Massimo D’Alema ha pagato con la mancata elezione la sua sfida a Renzi. Il traguardo del 10% è rimasto una chimera. L’operazione “recupero delusi del Pd” è riuscita solo in parte. Dell’81,9% dei flussi di entrata, il 34,6% è di matrice Pd mentre il 21,6% arriva da ex elettori di Sinistra Ecologia e Libertà. Un 9,5% arriva da elettori di Rivoluzione Civile di Ingroia

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Come detto in precedenza la coalizione di centrodestra è risultata la prima per numero di seggi ottenuti. Salvini con la sua Lega a trazione nazionale ha scavalcato Forza Italia. Il partito guidato da Berlusconi, rispetto alle elezioni del 2013 dove prese il 21,6% dei voti con il Pdl, ha visto metà del suo elettorato disperdersi tra astensione (14,7%) e fuga verso altri lidi (37,2%). Chi se ne è andato ha votato per il 22,2% Lega e per il 7% M5S. Spiccioli per Fratelli d’Italia e Pd.

La Lega invece ha avuto un flusso in entrata molto alto (51,8%). D’altronde nel 2013 aveva appena preso il 4,1% dei voti. Ora il 18%. Che arrivano principalmente da Forza Italia (25,5%) Scelta Civica (4,2%) M5S (8%) e Pd (4,6%).

Chiudiamo con il M5S, ora più che mai prima forza politica del Paese. I Cinque Stelle, nonostante l’addio di Grillo, hanno tenuto botta. Il 57,7% di chi aveva votato il Movimento alle Politiche del 2013 ha ridato fiducia ai pentastellati. Parte del raccolto è arrivato anche da un 19,5% di astenuti mentre la capacità di attrazione è stata bassa (22,8%). I flussi in entrata da altri partiti sono arrivati principalmente da Pd (9,8%) Scelta Civica (2%), Sel e Rivoluzione Civile (2,2%) e Pdl (4,4%). Sondaggi politiche 2018, m5s

 

Sondaggi politiche 2018: nota metodologica

In attesa di diffusione.

 

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L'autore: Andrea Turco

Classe 1986, dopo alcune esperienze presso le redazioni di Radio Italia, Libero Quotidiano e OmniMilano approda a Termometro Politico.. Dal gennaio 2014 collabora con il portale d'informazione Smartweek. Su Twitter è @andreaturcomi
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