Sondaggi politiche 2018: i flussi elettorali secondo SWG

Sondaggi politiche 2018, m5s

Sondaggi politiche 2018: i flussi elettorali secondo SWG

Il voto del 4 marzo ha dato il suo responso: le forze definite “populiste” hanno vinto, le forze “governative” hanno perso. Luigi Di Maio, candidato premier in pectore dei Cinque Stelle, ha parlato di “fine della Seconda Repubblica” e di inizio della “Terza”.

Matteo Salvini, che ha vinto la sfida interna al centrodestra, si dice pronto a governare. Ma Forza Italia è spaccata. Come è spaccato il vero e probabilmente unico sconfitto di queste elezioni: il centrosinistra italiano.

Matteo Renzi ieri ha annunciato le dimissioni non senza riservare qualche frecciatina a chi non ha voluto votare nel 2017. Ha difeso ancora una volta il suo referendum e le cose fatte dal suo governo. E ha lanciato un avviso ai naviganti: “Nessun inciucio, niente caminetti, il Pd starà all’opposizione”. La minoranza dem non l’ha presa bene e sono già scattate le prime fibrillazioni. Renzi ha parlato anche di riflessioni da fare sul voto. Sì perchè il risultato è andato ben al di sotto delle più nefaste aspettative. 

Basta dare un’occhiata ai flussi di voto analizzati da Swg per capire cosa ha fatto il popolo dem il 4 marzo. Il popolo del 40,8% delle Europee è scomparso. Di quell’elettorato il 50,2% ha confermato il voto al Pd, il 15,6% non ha votato mentre il 34,2% ha cambiato il proprio orientamento. Il 16,8% ha sposato la causa dei Cinque Stelle, il 3,4% ha preferito votare +Europa di Emma Bonino. L’8,4% ha addirittura dato fiducia alla destra di Lega e Forza Italia mentre solo il 4% ha optato per i fratelli coltelli di Liberi e Uguali.

Già, Liberi e Uguali. Per la formazione di Grasso è stata una vera e propria debacle. Massimo D’Alema ha pagato con la mancata elezione la sua sfida a Renzi. Il traguardo del 10% è rimasto una chimera. L’operazione “recupero delusi del Pd” è riuscita solo in parte. Dell’81,9% dei flussi di entrata, il 34,6% è di matrice Pd mentre il 21,6% arriva da ex elettori di Sinistra Ecologia e Libertà. Un 9,5% arriva da elettori di Rivoluzione Civile di Ingroia

Come detto in precedenza la coalizione di centrodestra è risultata la prima per numero di seggi ottenuti. Salvini con la sua Lega a trazione nazionale ha scavalcato Forza Italia. Il partito guidato da Berlusconi, rispetto alle elezioni del 2013 dove prese il 21,6% dei voti con il Pdl, ha visto metà del suo elettorato disperdersi tra astensione (14,7%) e fuga verso altri lidi (37,2%). Chi se ne è andato ha votato per il 22,2% Lega e per il 7% M5S. Spiccioli per Fratelli d’Italia e Pd.

La Lega invece ha avuto un flusso in entrata molto alto (51,8%). D’altronde nel 2013 aveva appena preso il 4,1% dei voti. Ora il 18%. Che arrivano principalmente da Forza Italia (25,5%) Scelta Civica (4,2%) M5S (8%) e Pd (4,6%).

Chiudiamo con il M5S, ora più che mai prima forza politica del Paese. I Cinque Stelle, nonostante l’addio di Grillo, hanno tenuto botta. Il 57,7% di chi aveva votato il Movimento alle Politiche del 2013 ha ridato fiducia ai pentastellati. Parte del raccolto è arrivato anche da un 19,5% di astenuti mentre la capacità di attrazione è stata bassa (22,8%). I flussi in entrata da altri partiti sono arrivati principalmente da Pd (9,8%) Scelta Civica (2%), Sel e Rivoluzione Civile (2,2%) e Pdl (4,4%). 

 

Sondaggi politiche 2018: nota metodologica

In attesa di diffusione.

 

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