Elezioni 4 marzo 2018: Governo M5S, mandato esplorativo a Di Maio?
Non sappiamo ancora cosa ci attenderà, quello che è certo però è che i risultati delle elezioni dello scorso 4 marzo 2018 ci hanno lasciato piuttosto sorpresi. O meglio, il successo del M5s era prevedibile, come anche la netta affermazione del centrodestra al nord; meno attesa invece era la totale debacle del centrosinistra su tutto il territorio nazionale e la forte affermazione della Lega di Matteo Salvini. Ma ora, dato che – e questo era stato previsto eccome – comunque nessuna delle forze politiche probabilmente avrà la maggioranza nelle due Camere, cosa succederà?
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Elezioni 4 marzo: i nuovi equilibri istituzionali
Ora che conosciamo i risultati, sappiamo che il prossimo step sarà l’elezione dei presidenti di Camera e Senato, prevista per il 23 marzo; è chiaro che, proprio per la scelta della seconda e terza carica dello Stato, avranno voce in capitolo il primo gruppo parlamentare – cioè il M5s – e la Lega di Matteo Salvini. Secondo alcuni rumors potrebbe essere proprio il leader pentastellato, Luigi Di Maio, ad essere indicato come successore di Laura Boldrini a Montecitorio; d’altronde, se fosse lui la persona scelta per sedersi sullo scranno più alto della Camera, ciò gli garantirebbe un certo vantaggio nella fase delle consultazioni al Colle.
D’altronde verrebbe consultato da Sergio Mattarella in quanto presidente di un ramo del Parlamento prima e come leader del primo partito poi; e avrebbe così l’occasione di richiedere al capo di Stato un mandato esplorativo formale, al fine di provare a coinvolgere le altre forze politiche in un esecutivo in cui egli stesso sarebbe premier. Nel caso in cui poi questa proposta non fosse ben accolta, allora terrebbe stretto il ruolo a Montecitorio; che comunque gli consentirebbe di mantenere una carica istituzionale importante e di peso durante la legislatura.
E’ altrettanto evidente che, nel caso in cui le altre forze politiche avvallassero l’ipotesi Di Maio a Montecitorio, per il M5s ciò rappresenterebbe il primo attestato di fiducia; il quale, chissà, potrebbe essere il preludio per la formazione di un governo di stampo grillino. Che però dovrà ottenere anche i voti favorevoli della Lega, e non sarà facile.
Elezioni 4 marzo: quale sarà la scelta del Colle?
Dall’altro lato infatti, quello del Carroccio – che comunque è ora il secondo gruppo parlamentare – la questione amletica è su per giù la stessa. Anche il suo leader, Matteo Salvini, eletto al Senato, ha di fronte una scelta importante da compiere; ossia se optare per stringere un accorso con i grillini e presiedere Palazzo Madama, oppure mantenere fede al patto stretto con il suo elettorato e governare. In questo secondo caso anche lui, come Di Maio, non si trova certo la strada spianata, ma dovrà andare alla ricerca di una complessa e labile maggioranza.
L’unica cosa certa è quanto fatto intendere dal Colle – già prima dello svolgimento delle elezioni. E cioè che sarà la maggioranza che esprimerà i due nuovi presidenti del Parlamento ad indicargli la strada per l’assegnazione dell’incarico di formare la nuova squadra di Palazzo Chigi.
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