Sondaggi politiche 2018: l’analisi di Demopolis
Gli istituti demoscopici lo avevano previsto. Gli ultimi giorni di campagna elettorale sono stati determinanti nell’esito del voto. Che non è stato scontato come tutti ipotizzavano. Certo, c’è stata la vittoria della coalizione di centrodestra. Ma nessuno si aspettava l’exploit di Lega e M5S ai danni rispettivamente di Forza Italia e Pd. Ma così è stato. Ed ora la conferma arriva anche dai numeri.
Il Baromentro Politico di Demopolis ha effettuato un’indagine sui flussi di voto ma non solo. Ha chiesto agli italiani di indicare quale politico lo ha più convinto negli ultimi giorni di campagna elettorale. Quelli, beninteso, dove i politici hanno occupato a 360 gradi tutti i media disponibili compresi teatri e piazze.
Ebbene, nelle ultime due settimane che hanno preceduto il voto, a convincere di più gli italiani è stato, con il 34%, il candidato premier Cinque Stelle, Luigi Di Maio.
In seconda posizione il leader della Lega Matteo Salvini con il 21% che ha surclassato Silvio Berlusconi al 9%. Il profilo pacato e rassicurante di Gentiloni non ha riscontrato quell’interesse e quell’attrazione di voti che i media gli attribuivano (8%).
Le elezioni del 4 marzo, oltre a confermare la vittoria di centrodestra e M5S, hanno evidenziato la crisi del Pd. Passato in poco più di 4 anni dal 40% delle Europee al 19% di oggi. Un declino che ha una data di inizio: 4 dicembre 2016, giorno del referendum costituzionale. Giorno in cui inizia anche la fase calante dell’uomo nuovo Matteo Renzi.
Ma cosa è successo a quel popolo che alle politiche del 2013 votò il Pd. Il 60% ha deciso di ridare fiducia al partito ma oltre un terzo ha deciso di cambiare. Il 18% ha votato M5S mentre il 15% si è rifugiato nell’astensione. Solo il 4% ha dato la sua preferenza agli ex Pd di Leu. Una magra consolazione, quest’ultima, che non basterà a curare le ferite di un partito indirizzato sulla via del tramonto.
Sondaggi politiche 2018: nota metodologica
In attesa di diffusione.