Elezioni 4 marzo 2018: candidati M5S eletti, i nomi dei 9 espulsi
Elezioni 4 marzo 2018: candidati M5S eletti, i nomi dei 9 espulsi
Appena eletti ma già con il destino segnato (in realtà, solo in linea teorica); sono gli “impresentabili” a 5 stelle. Indagati, massoni e implicati nel caso dei rimborsi falsi che potrebbero presto abbandonare il proprio seggio. Almeno così ha assicurato il leader pentastellato Luigi Di Maio in virtù del cosiddetto “modulo Dessì” (che prende il nome dal candidato senatore dal passato “poco limpido”).
Si tratta, in pratica, di un documento con cui si preannunciano le proprie dimissioni in caso di elezione. Più volte e da più parti si è ribadito, però, che tale documento non ha alcun valore legale. Infatti, sulle dimissioni dei parlamentari – per dirla in breve – decide l’aula di appartenenza. Inoltre, in caso di vittoria all’uninominale (Vitiello, Cecconi, Tasso, Caiata) non è automatico il “subentro” del candidato arrivato secondo.
Elezioni 4 marzo 2018: candidati M5S eletti, i nomi dei 9 espulsi
Detto ciò, chi fa parte del piccolo gruppo degli eletti 5 stelle che sono stati eletti senza essere più nei 5 stelle? Innanzitutto, diventerà senatore proprio Emanuele Dessì finito sotto i riflettori per l’affitto irrisorio pagato per la propria abitazione di Frascati. Eletto anche Catello Vitiello sfiduciato dai vertici del Movimento per essere stato iscritto a una loggia massonica.
Ritornano in Senato Andrea Cecconi – ha battuto, addirittura, il ministro Minniti – Carlo Martelli e il già vice presidente della Commissione Giustizia Maurizio Buccarella; entrambi figurano tra coloro che versavano solo una parte dello quota dovuta al fondo per il microcredito. Nello stesso novero compaiono anche le deputate riconfermate Giulia Sarti e Silvia Benedetti.
Alla Camera ci sarà un seggio anche per Antonio Tasso; il candidato – ha raccolto il 40% nel collegio Manfredonia-Cerignola – nel 2007 era stato condannato in primo grado per aver venduto cd pirata. Passa anche il presidente del Potenza Calcio Salvatore Caiata che aveva “nascosto” di essere indagato per riciclaggio.