“Il Pd dimostri che non è solo chiacchiere e distintivo“. Luigi Di Maio alza la posta e sfida il PD. Il giorno dopo l’incontro tra Pd e M5s, per cercare un accordo sulla riforma della legge elettorale, è incandescente. Tantissime le dichiarazioni, sia da parte dei dem che degli esponenti pentastellati. “Il Pd dovrà contattarci per l’ultimo incontro. Verranno al tavolo e dovranno dirci se inseriranno le preferenze nella legge elettorale oppure no. Se vogliono un Parlamento pulito oppure no. Se vieteranno le pluricandidature oppure no”, scrive stamattina il vicepresidente della Camera Di Maio, in un post sulla sua pagina Facebook. “Noi abbiamo fatto tutto quello che potevamo, inclusi molti passi verso di loro (con il doppio turno di lista). Ora tocca al Pd dimostrare alla prova dei fatti se è solo chiacchiere e distintivo – ribadisce Di Maio -E lo facciano in fretta, la pazienza degli italiani ha un limite”. L’autore dell’apertura del M5s sul fronte delle riforme smentisce le voci di eventuali tavoli con altri partiti diversi dal PD: “Non ho mai detto che il Movimento 5 Stelle vuole incontrare altri partiti se fallisce con il Pd. Noi abbiamo incontrato il Pd in quanto partito di maggioranza relativa (nella maggioranza). Ci basta e ci avanza”, ha precisato il leader in pectore del M5s.
Del resto, Di Maio aveva ribadito l’ultimatum del M5s anche stamattina in un’intervista a Repubblica: “Se Renzi non sarà capace di portare al prossimo tavolo una sintesi della posizione dei suoi alleati di governo e del patto del Nazareno faremo un’altra valutazione. Dipende lui cosa vuole fare. Alla fine non si può tenere dentro tutti, bisogna capire con chi fai le cose migliori”, ha spiegato il vicepresidente cinquestelle. E di fronte all’eventualità di un tavolo allargato a Forza Italia, Di Maio è chiaro: “È il Pd che deve confrontarsi con la maggioranza. Se intende chiedermi se devo andare ad Arcore, la risposta è no. L’obiettivo è arrivare a una legge con le preferenze e un po’ di norme etiche all’interno. Se poi FI vuole votarla, tanto meglio”. E alla domanda se il Movimento potrebbe essere disposto ad aprire sul governo risponde: “non esiste, non c’è nessuna intenzione di smettere di essere opposizione. Collaboriamo per produrre leggi migliori”. E sull’incontro di ieri con il Pd Di Maio continua: “prendiamo atto dell’apertura sulle preferenze e sul doppio turno. È un passo avanti con riserva, ora aspettiamo la prova dei fatti”. Sulle preferenze “ci aspettavamo una risposta già in questo incontro. Su alcune questioni sono stati evasivi, ma contiamo sulla buona volontà iniziale. Noi siamo a quel tavolo seriamente, se avessimo voluto sgonfiare il patto del Nazareno la partita sarebbe già chiusa”, conclude Di Maio.
Se nel M5s mantengono i piedi di piombo, cauto ottimismo dimostrano anche i democratici. Il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini, avverte i pentastellati: “Se l’obiettivo è rallentare le riforme il Pd andrà avanti per la sua strada”. “Abbiamo aspettato per sei mesi il Movimento 5 Stelle, finalmente sono arrivati. Bene il confronto, le regole si scrivono insieme”, ha precisato l’esponente dem. “Si può certamente parlare di passi in avanti”, spiega il capogruppo Pd Roberto Speranza, intervistato da Repubblica. “Noi, fin dall’inizio, siamo sempre stati disponibili al confronto. È la democrazia italiana a uscire rafforzata dal cambio di linea del M5S”, precisa Speranza che sulle preferenze si dimostra tranquillo: “Nella dichiarazione di voto sull’Italicum dissi che restava aperto il discorso del rapporto eletto-elettore. Parlammo di tre ipotesi: le preferenze, le primarie per legge e i collegi. Spero che con il confronto sarà possibile trovare equilibri più avanzati”. E alla domanda di una sostituzione di Forza Italia con il M5s in caso di veto di Berlusconi alle preferenze, Speranza risponde: “non si tratta di sostituire una forza con un’altra, semmai di allargare il campo e costruire un consenso più ampio, migliorando se possibile il testo. Comunque non mi pare sia il tempo dei veti. E sul tema riforme e sul dibattito con i Cinque Stelle Speranza auspica un “atteggiamento, soprattutto al Senato, più costruttivo“. Per ora non vedo un vero cambiamento sulle riforme. E siccome io credo davvero che il dialogo con i cinquestelle non si esaurirà dopo qualche incontro, spero che il M5S faccia la scelta di smettere i panni della forza antisistema“, conclude l’esponente dem.
Carmela Adinolfi