Sondaggio Ixe per Agorà: arriva la sentenza per Berlusconi, ma qual’è il futuro delle riforme?
Il sondaggio Ixe presentato oggi ad Agorà Estate parte occupandosi di quello che sarè uno dei temi del giorno (almeno sul fronte interno), ovvero la sentenza che arriverà alle 13 dalla corte d’appello di Milano riguardo al processo Ruby. I giudici decideranno se confermare la condanna a 7 anni di carcere a Silvio Berlusconi, sentenza che la maggior parte degli Italiani (58%) giudicherebbe positivamente come un segno di giustizia. Il 30% penserebbe invece ad una persecuzione nei confronti dell’ex-premier, in linea con la posizione espressa da lui stesso e dalla sua parte politica in questi ultimi anni segnati da continui processi e sentenze. L’accordo sulle riforme trovato da Renzi e Berlusconi potrebbe essere messo alla prova da un’eventuale conferma della condanna, anche se Berlusconi rassicura che manterrà la parola data e non bloccherà il meccanismo delle riforme. La pensa così anche il 49% degli Italiani, secondo cui il tavolo delle riforme non salterà nemmeno in caso di condanna, contro il 20% che pensa al contrario che non si riuscirebbe a portare a termine quanto iniziato, mentre il 31% è perplesso e non sa rispondere.
Se in generale gli Italiani non preferiscono nettamente un’alleanza rispetto ad un’altra per le riforme di Renzi, tra gli elettorati le cose cambiano radicalmente, con gli elettori di Forza Italia che preferirebbero chiaramente un asse Renzi-Berlusconi e quelli del M5S che appoggiano invece l’accordo con Grillo. Nel PD invece la preferenza maggiore va a Grillo col 45%, ma il 30% sente di potersi fidare dell’accordo con Berlusconi ed il 25% non sa rispondere. In generale dunque l’asse Renzi-Grillo è preferito dal 36% degli Italiani, seguito dal 34% che preferisce l’alleanza Renzi-Berlusconi e dal 30% che non risponde.
La linea del dialogo incentivata ieri dal nuovo incontro tra la squadra di Renzi ed i parlamentari grillini è fortemente caldeggiata dagli stessi elettori del Movimento 5 Stelle (76%), che dopo il deludente risultato delle europee credono che l’unica strada da seguire sia quella dell’apertura. La pensa così anche il 55% dell’elettorato generale, al contrario di un elettore su quattro (sia nel M5S che in generale) che vorrebbe dai grillini una solida opposizione senza spiragli di collaborazione.
Passando al Centrodestra, la mancata compattezza dei partiti che un tempo facevano capo quasi interamente a Berlusconi apre il dibattito sulle primarie, ancora mai utilizzate dall’intero Centrodestra ma che, in una situazione di incertezza come quella attuale, potrebbero diventare fondamentali. L’elettorato continua a preferire Berlusconi con il 29%, seguito dalla figlia Marina al 17%. Toti verrebbe votato dal 14% degli elettori di Centrodestra, Fitto dal 10% e seguirebbero Salvini, Meloni, Alfano e De Girolamo. Un’alternativa forte a Berlusconi non sembra quindi essere ancora presente, anche se nella classifica generale dei leader Salvini supera l’ex-premier in termini di fiducia (19 contro 18%) superando anche Alfano e trovandosi al pari con Grillo. Perdono un punto ma mantengono la loro posizione privilegiata sia Napolitano che Renzi, saldi ai primi due posti della classifica di fiducia rispettivamente con il 37 ed il 52%.