Pensioni ultime notizie: Quota 100 e 41 è peggio, Boeri smentisce Salvini
Pensioni ultime notizie: Quota 100 e 41 è peggio, Boeri smentisce Salvini
A una settimana dalle elezioni Salvini torna a parlare delle pensioni con l’abolizione della Riforma Fornero. Resta il principale cavallo di battaglia del leader leghista che ieri a Milano ha rilasciato nuove dichiarazioni. Intanto però anche Boeri ha espresso la sua opinione sulle intenzioni della Lega e ha spiegato che Quota 100 e 41 anni sarebbero dannose. Inoltre ha spiegato i dati economici non citati dalla Lega. Vediamo le ultime novità sulla previdenza.
Pensioni ultime notizie: Salvini e abolizione Riforma Fornero
Il segretario del Carroccio ha detto “Mi interessa trovare una maggioranza di governo che mi aiuti a cancellare la legge Fornero, a diminuire le tasse e ad arginare una immigrazione senza controllo. Stiamo approntando un programma da offrire a tutti i parlamentari su questi punti”. Quindi la cancellazione della legge in vigore resta in primo piano.
Pensioni ultime notizie: cancellazione legge Fornero, rebus alleanze
Come detto da Salvini il problema è trovare il numero di parlamentari adatto a formare una maggioranza. Intanto non è ancora chiaro che tipo di Governo si formerà dopo le consultazioni del 23 marzo. La Lega chiede di poter indicare il premier e il M5S lo stesso visto è stato il partito più votato.
Pensioni ultime notizie: Boeri ‘Quota 100 e 41 è peggio’
Tito Boeri in un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore ha spiegato i danni delle possibili azioni. L’introduzione di Quota 100 con 41 anni di contributi è addirittura un rischio ha spiegato. “È anche peggio secondo i nostri calcoli con quei requisiti e senza le finestre mobili introdotte tra il 2009 e il 2010, l’impatto sul debito implicito salirebbe a 105 miliardi. Oltre sei punti di Pil, con una maggiore spesa aggiuntiva al netto dei contributi fino a 20 miliardi l’anno“.
Inoltre così facendo chi è già in pensione potrebbe richiedere costi aggiuntivi visto il trattamento di favore. La cosa risulterebbe insosenibile per tenere inisieme il sistema previdenziale. A questo punto lo scenario economico non permette interventi così drastici per l’economista.