Bonus 80 Euro a rischio con il Reddito di cittadinanza? I dettagli economici
Il reddito di cittadinanza, di cui si è discusso e si continua a discutere è al centro del programma elettorale del Movimento 5 Stelle. In attesa di sapere se si riuscirà a formare un governo e che governo c’è grande attesa sulla possibilità di rendere concreta la misura del reddito di cittadinanza.
Bonus 80 euro, il consiglio di Travaglio
Al Movimento 5 Stelle nei giorni scorsi sono arrivati alcuni suggerimenti da Marco Travaglio. In un editoriale dal titolo ‘consigli non richiesti’ Travaglio ha voluto indicare una possibile rotta al Movimento. Ha consigliato ai suoi esponenti di parlare ‘poco di formule e molto di contenuti’. In particolare ha suggerito di concentrarsi su ’10 cose concrete e praticabili’. L’idea di fondo passa dalla formazione di un governo con il PD dell’era post-Renzi.
Bonus 80 euro, reddito di cittadinanza anziché gli 80 euro
Travaglio chiede ai 5 Stelle di inserire tra i 10 punti la sostituzione graduale degli 80 con il reddito di cittadinanza. Una sorta di intervento per recuperare le risorse necessarie e rendere possibile la misura dedicata al tema dell’occupazione e del lavoro. Secondo moltissimi osservatori proprio il reddito di cittadinanza sarebbe stato determinante per l’affermazione del Movimento 5 Stelle nelle regioni del centro-sud. Regioni nelle quali è più alto il tasso di disoccupazione e più sentita l’esigenza di un lavoro ai giovani ma non solo. Il giornalista, oltre agli 80 euro, parla anche di altre ‘mance renziane’ come ‘dei soldi a pioggia alle grandi imprese e dell’abolizione dell’Imu sulle prime case dei benestanti e dei ricconi’.
Bonus 80 euro, impatto diretto su redditi bassi
Sviluppando nel concreto il ragionamento di Travaglio c’è chi fa notare che un taglio del genere andrebbe comunque ad indebolire le fasce di reddito più basse. In particolare eliminare il bonus di 80 euro avrebbe un impatto diretto su chi riceve stipendi al di sotto dei 24.600 euro lordi e una retribuzione compresa fra i 24.600 e i 26.600 euro. Sono molti i lavoratori che verrebbero coinvolti da una modifica del genere. Per esempio nel comparto scuola sarebbe interessato a questa operazione buona parte del personale ATA compresi molti docenti della scuola dell’infanzia e della primaria.
SEGUI TERMOMETRO POLITICO SU FACEBOOK E TWITTER