Verso le città metropolitane: incontro Anci-Upi
Basta Province, vanno superate. Questo il messaggio da più parti dell’emiciclo parlamentare. Ma il rischio che siano sostituite da altre istituzioni è forte e sentito. Questi organismi potrebbero essere le Città Metropolitane. Previste da tempo dalla Costituzione, ma mai entrate in vigore. Adesso, grazie all’input renziano, non si è più votato per le province e l’attuazione delle Città Metropolitane sembra un passaggio obbligato.
Ieri il primo incontro fra il Presidente dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), Piero Fassino, e quello dell’Upi (Unione Province Italiane), Alessandro Pastacci. Cuore del meeting è stata la legge 56/2014, quella di riforma delle Province e delle Città metropolitane. Sulle città metropolitane l’Anci lavorerà allo statuto, che sarà co-firmato dall’Upi la quale, a sua volta, produrrà una documentazione sulle procedure elettorali. Le scadenze si rincorrono: il 28 settembre si terranno le elezioni per i consigli metropolitani, poi vi sarà l’approvazione degli statuti.
Trai pericoli si annida la possibilità di una vera e propria successione fra Province e Città metropolitane. Ma, al contempo, per i sindaci il rischio maggiore è l’inefficienza dei servizi a causa delle dismissioni delle province. Fassino e Pestacci rassicurano congiuntamente: “in questa prospettiva è essenziale che sia effettuata una ‘due diligence’ sui bilanci provinciali, per verificare gli equilibri finanziari e il rispetto del patto di stabilità 2014, a seguito dei tagli intervenuti e di congelare almeno fino al 30 settembre, il termine entro il quale il governo dovrà effettuare concretamente i tagli ai bilanci. Come è urgente – hanno sostenuto – che sia abrogata la norma sulla gestione provvisoria dei bilanci delle Province, al fine di garantire l’assolvimento dei servizi essenziali e delle funzioni istituzionali”. Ma la vera partita da giocare sarà il finanziamento delle Città Metropolitane. Lì i neo sindaci si giocheranno tutto, tra un’autonomia tanto sognata quanto agognata ed una situazione di sudditanza verso lo Stato centrale, storicamente padre e padrone.
Daniele Errera