Elezioni regionali Lazio: M5S ha perso per il calo a Roma?

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Elezioni regionali Lazio: M5S ha perso per il calo a Roma?

Le elezioni regionali del Lazio dello scorso 4 marzo vedono il Movimento 5 Stelle al terzo posto (22,1%) dopo la coalizione del centrodestra (36,4%) e del centrosinistra (34,2%). Stessa cosa vale per l’elezione del Presidente della Regione. Il vincente Nicola Zingaretti, candidato del centrosinistra, è eletto con il 32,9% dei voti. Segue il candidato del centrodestra Stefano Parisi (31,2%) e la candidata cinquestelle Roberta Lombardi (27%).

Pur risultando la prima lista, scartando il secondo Pd di solo 0,8 punti percentuali (296mila), la performance del M5S non è stata all’altezza di quella contestuale delle politiche, dove il Movimento non solo risulta essere primo partito, ma stacca il secondo, il Partito Democratico, di 13,9 punti percentuali.

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A questo punto la domanda sorge spontanea: nel Lazio è l’effetto Raggi a penalizzare il Movimento 5 Stelle? Per rispondere, vediamo più da vicino i dati.

In sei delle nove città della provincia di Roma dove governano i cinquestelle, il Movimento incrementano, in percentuale, i voti rispetto alle ultime comunali. Le grandi città della provincia romana attorno alla Capitale, dunque, si confermano bastioni pentastellati.

Tra queste, saltano all’occhio Pomezia, Guidonia e Civitavecchia. A Pomezia, nel 2013 il Movimento 5 Stelle otteneva il 19,9%, risultato quasi raddoppiato alle regionali 2018 (36,1%). A Guidonia, città conquistata l’anno scorso, si è passati dal 20,6 al 26,4% dei consensi. Infine, a Civitavecchia, il M5S passa dal 15,9% del 2014 al 21%, pur piazzandosi al secondo posto dopo il Partito Democratico (22,9% dei voti).

Elezioni regionali Lazio: M5S ha perso per il calo a Roma?

E a Roma? Nelle amministrative romane del 5 giugno 2016, il M5S era primo partito con il 35,3% dei voti. Nelle regionali del 4 marzo, invece, i cinquestelle ottengono il 22% e, soprattutto, sono sorpassati, anche se di poco, dal Pd (22,5%). In termini assoluti, il Movimento passa da 420mila voti a 253mila (-167mila voti). Il Pd, invece, ne guadagna quasi 55mila. Mentre la coalizione di centrosinistra tutta, rispetto al 2016, ottiene un + 170mila voti.

A primo impatto potrebbe sembrare che i voti persi a Roma dal Movimento 5 Stelle nelle regionali siano confluiti nella coalizione di centrosinistra. In realtà è necessario attendere l’analisi dei flussi elettorali nella Capitale per poterne essere certi. Anche perché, nelle regionali 2018 a Roma, non è solo il centrosinistra a guadagnare consensi rispetto alle amministrative 2016. Il centrodestra passa dal 19,6 al 32,9% (+145mila voti). In questo senso, altra variabile da considerare per lo studio dei flussi elettorali è il numero dei votanti, aumentati del 6,1% (nel Comune di Roma, nelle regionali 2018, si presentano 141mila votanti in più rispetto alle amministrative 2016).

Considerati i valori assoluti, da un’analisi approssimativa dei dati sembra che nel comune di Roma, tra il 2016 e il 2018, il M5S abbia perso consensi a favore del centrosinistra e del centrodestra. Ma non solo. L’elettorato astenutosi nel 2016 che si rimobilita nel 2018 vota per il csx o per il cdx, non per i cinquestelle.

Se i flussi elettorali confermeranno questo scenario, sarà corroborata la teoria dell’effetto Raggi come conseguenza negativa della tenuta del Movimento 5 Stelle nel Comune di Roma.

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