Per l’assoluzione di Silvio Berlusconi nel processo Ruby potrebbe essersi rivelato determinante l’inserimento nella legge italiana del 2012 di recepimento della “convenzione di Lanzarote” della cosiddetta “ignoranza inevitabile”, clausola che consente maggiori possibilità per l’imputato di provare la mancata conoscenza dell’età del minore, proprio come preconizzato da Fabio Roia, pubblico ministero presso il tribunale di Milano.
Infatti Roia, ex membro del CSM e magistrato esperto in processi dove le vittime sono donne e bambini, chiamato dall’Huffington Post il 20.12.2012 a commentare l’inserimento della convenzione di Lanzarote del Consiglio d’Europa del 2007 nell’ordinamento italiano, aveva manifestato forti perplessità rispetto al cambiamento introdotto dalla norma di recepimento italiana, che non consentiva più al Giudice una semplice valutazione sul grado di conoscenza dell’età della vittima da parte dell’accusato. “La cosiddetta ignoranza inevitabile – affermò Roia – è stata estesa a tutti i reati che coinvolgono minorenni, e per le vittime è un indebolimento della loro tutela. L’imputato infatti ha maggiori strumenti per dimostrare di avere fatto ogni accertamento possibile per capire che età avesse la persona, normalmente una prostituta, prima di avere un rapporto sessuale”.
Oggi, intervistato nuovamente dall’Huffington Post in occasione dell’assoluzione di Berlusconi in Appello, Roia afferma che l’istituto giuridico da lui contestato “può aver aiutato Berlusconi a essere assolto perché molto probabilmente è riuscito a dimostrare di aver fatto di tutto per conoscere la vera età” di Ruby.
Pur dichiarando di voler leggere le motivazioni per essere certo che l’ignoranza inevitabile sia stata la causa dell’assoluzione, Roia ribadisce tutte le sue perplessità: “Naturalmente occorre attendere le motivazioni ma rimane valido quanto detto a proposito della convenzione di Lanzarote: purtroppo si è indebolita la lotta a favore delle vittime che si dedicano alla prostituzione in quanto i loro clienti possono convincere i giudici che non possono essere rimproverati di non aver accertato l’età”.
I commenti a caldo di Coppi, difensore di Berlusconi, sembrano tuttavia confermare la tesi di Roia. L’avvocato infatti sottolineando che la formula assolutoria adottata dai giudici d’appello ‘il fatto non costituisce reato’ implica la mancanza di dolo, ovvero della volontà di compiere il reato di prostituzione minorile, chiosa affermando che Berlusconi: “Se mai avesse avuto rapporti con Ruby, almeno per un certo periodo di tempo, non ne conosceva l’età”.
Riccardo Bravin