Elezioni 2018: Liberi e Uguali, Speranza verso la leadership

Pubblicato il 14 Marzo 2018 alle 15:20 Autore: Giulia Angeletti
Programma Liberi e Uguali elezioni politiche 2018

Elezioni 2018: Liberi e Uguali, Speranza verso la leadership

Il nuovo progetto di sinistra non è andato in porto. La nave, ben poco equipaggiata per “approfittare” della crisi del Pd, è riuscita a malapena a sbarcare in Parlamento; stiamo parlando di Liberi e Uguali, la “cosa rossa” nata dall’unione di Mdp-Articolo 1, Sinistra Italiana e Possibile. Di recente un articolo su Italia Oggi ha parlato delle ragioni alla base della deludente debacle elettorale, andando a riconoscere in Pietro Grasso un leader che non è riuscito a “bucare lo schermo”. Motivo per il quale LeU è ora pronta a risorgere dalle proprie ceneri con un cambio di guardia alla guida del partito.

Elezioni 2018, c’è ancora Speranza per LeU?

“Più di un milione di persone ci ha votato: sentiamo la responsabilità di non deludere la fiducia che ciascun elettore ci ha accordato”, ha scritto LeU in una lettera agli elettori. La delusione per “un risultato che non è all’altezza delle aspettative di tutti noi” è tanta, ma la determinazione per recuperare quota c’è. Nonostante la scorsa tornata elettorale abbia segnato la sconfitta anche di leader storici della sinistra come Massimo D’Alema, che nel collegio di Gallipoli ha ricevuto ben pochi consensi.

Dalla disfatta, dunque, ci si vuole risollevare; e l’unico modo di farlo è attraverso una “rifondazione” e un cambio di leadership. La quale potrebbe passare nel giro di poco da Grasso a Roberto Speranza, un esponente che incarna proprio quel post-renzismo che ha dato origine a LeU; era infatti lui il capogruppo alla Camera del Pd prima della scissione.

Elezioni 2018, Speranza: “4 marzo punto di partenza”

“Il nostro risultato – spiegava con amarezza proprio Speranza commentando i risultati il 5 marzo – non è per nulla soddisfacente, siamo giovani, abbiamo poco più di tre mesi, e abbiamo riportato la sinistra in Parlamento ma penso che la crisi sociale del paese, l’inquietudine si è scaricata in modo drammatico sul voto e ha alimentato Lega e M5S”. “L’analisi sulla crisi del centrosinistra – aveva poi proseguito – l’avevamo fatta e sono le ragioni che personalmente mi hanno portato ad uscire dal Pd . E’ chiaro però che la spinta radicale al cambiamento non siamo riusciti a canalizzarla in una progetto dentro il campo progressista”.

Dopo aver ammesso tutti gli errori e le colpe di LeU, Speranza aveva comunque rassicurato gli elettori dicendo che “il 4 marzo non è un punto di arrivo ma di partenza, e che il prossimo “obiettivo è costruire un campo più largo possibile che ci consenta di provare a far vivere i valori che altre forze politiche non rappresentavano più”.

Il prossimo sabato, comunque, si terrà a San Benedetto del Tronto la prima assemblea provinciale post voto; ci sarà quindi una nuova occasione per discutere dei problemi di LeU, fare un bilancio e parlare delle nuove prospettive del partito. E magari lanciare ufficialmente il nuovo progetto di leadership.

 

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L'autore: Giulia Angeletti

Giornalista pubblicista classe 1989, laureata in Scienze Politiche, "masterizzata" presso la Business School del Sole 24 Ore, attualmente è addetta stampa e redattrice per Termometro Politico. Affascinata dal mestiere più bello del mondo e frustrata dalla difficoltà di intraprendere più seriamente questa professione, pianifica numerosi "piani B" per poter sbarcare il lunario nel settore della comunicazione. Ama informarsi e leggere, odia avere poco tempo per farlo. Su Twitter è @GiuliaAngelett3
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