La crescita ci sarà, ma nel 2015. Questa, la sintesi del bollettino trimestrale economico di Bankitalia, in cui si stima una crescita media del Pil dello 0,2% per quest’anno, e un aumento del 1,3% l’anno prossimo.
Le difficoltà dei primi mesi del 2014 – Palazzo Koch, che a gennaio parlava di una crescita dello 0,7%, ha dovuto ricalibrare le proprie stime, ricordando che i primi mesi del 2014 sono stati particolarmente difficoltosi per l’Italia e l’Europa. Il bollettino sottolinea, infatti, che, nel primo trimestre di quest’anno, il Pil italiano è calato di 0,1%, nel contesto di un quadro europeo statico. Nonostante l’aumento della fiducia delle imprese e delle spese per le attrezzature e macchinari, la produzione è stagnante, sotto effetto di una domanda interna ancora molto debole e un calo comune a tutta Europa, che si è registrato a maggio. L’inflazione è a quota 0,7%, dopo aver toccato il minimo dello 0,2% a giugno.
Timidi segnali di ripresa – Il quadro tracciato da via Nazionale, però, non deve essere considerato negativo, perché qualche timido segnale di ripresa c’è. La disoccupazione, per effetto dell’incremento della forza lavoro, rimane stabile al 12,7%. Un dato incoraggiante, perché interrompe il trend negativo di crescita, che dura, ormai, da tre anni. C’è, poi, una timida ripresa anche dei consumi familiari dopo ben 12 trimestri. Tutto ciò consente alla domanda interna di rimettersi in moto, anche se in maniera molto contenuta. Gli effetti delle politiche europee, poi, dal punto di vista finanziario, favoriscono una diminuzione del differenziale con i titoli tedeschi e dello spread sul debito privato.
Spiragli di crescita e minacce internazionali – Secondo la Banca d’Italia, dunque, ci sono degli spiragli, anche se “il quadro è soggetto a rischi di ribasso”. Oltre alla ripresa del Pil, è possibile una crescita della produzione, quale effetto dell’aumento di domanda di attrezzature e macchinari. Tutto ciò implicherebbe un aumento di investimenti e, dunque, un miglioramento della domanda interna. Anche l’occupazione dovrebbe stabilizzarsi, espandendosi di 0,3% nel 2015. I consumi familiari, poi, dovrebbero salire ancora e, grazie agli sgravi fiscali connessi col bonus degli 80 euro, tutto ciò potrebbe essere evidente già nella seconda metà di quest’anno.
La fine della contrazione del credito bancario suggerisce un miglioramento dell’accessibilità ai finanziamenti bancari, anche se su questo punto c’è ancora molta incertezza. In effetti, l’accesso al credito dei privati è ancora negativo. Grazie al consolidamento dei conti pubblici, poi, nel 2015 dovrebbe scendere anche il rapporto debito pubblico-PIL.
Chiaramente, tutto ciò è possibile solo se le tensioni geopolitiche, che hanno inficiato ad oggi soprattutto sul prezzo del petrolio, non andranno a minare la crescita nel suo complesso a livello mondiale. Secondo la Banca d’Italia, però, crescere è possibile, sempre che si rispettino “la piena e coerente attuazione delle misure di politica economica nazionale, volte a sostenere la fiducia di famiglie e imprese nella formulazione di piani di investimento e consumo”.
Alessandro De Luca