Giancarlo Giorgetti: Dalla “banca padana” alle trattative con Di Maio, identikit
Identikit di Giancarlo Giorgetti: l’ex bossiano che piace anche al Partito Democratico
Si fanno intense in questi giorni le trattative tra le forze politiche. Nello scenario post 4 marzo, Lega Nord e Movimento 5 stelle sono i principali protagonisti della discussione politica. Al centro dei colloqui e dei dialoghi tra gli entourage di Matteo Salvini e Luigi Di Maio c’è la spartizione dei ruoli di Presidente della Camera e del Senato. Per la Lega, a dirigere e supervisionare i lavori e gli incontri, oltre ai nomi di facciata, c’è Giancarlo Giorgetti. Il suo nome è anche uscito come possibile candidato alla successione di Laura Boldrini. Un nome, quello del parlamentare leghista, che sarebbe apprezzato anche tra i renziani.
Identikit di Giancarlo Giorgetti: l’ascesa sotto Bossi
Varesino, classe ’66, Giorgetti è revisore contabile laureato alla Bocconi. Fa il suo eesordio in Parlamento nel 1996. Prima e durante, svolge l’attività di consulente per il comune di Cazzago Brabbia, suo paese d’origine.
Giorgetti nella Lega brucia le tappe. A partire dal 12 giugno 2001, diviene Sottosegretario di Stato del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel secondo governo di Silvio Berlusconi. Un incarico, questo, che manterrà per poco più di una settimana fino al 21 giugno. Durante la stessa legislatura, il parlamentare di Cazzago Brabbia ricopre anche il ruolo di presidente della Commissione Bilancio.
In quegli anni, Giorgetti è uno dei principali fidati del leader Umberto Bossi. Per suo conto, si occupa della torbida vicenda del salvataggio della Credieuronord, l’istituto di credito voluto dal senatùr a partire dai primi mesi del 2000.
Il caso Credieuronord
Nel 2005, Credieruonord è in netta difficoltà. Già nel 2003, come attestato da un’ispezione dei tecnici di Bankitalia, il bilancio chiudeva con 8 milioni di perdite e 12 di sofferenze. Giorgetti interviene chiedendo aiuto sino a livelli molto alti. A Giampiero Fiorani, banchiere della Popolare di Lodi, e ad Antonio Fazio, governatore di Bankitalia. Entrambi, sono invischiati nel caso della scalata ad Antonveneta.
“A Fazio serviva l’appoggio della Lega in Parlamento. Giorgetti si era impegnato a sostenere il governatore in cambio del salvataggio della banca”. È il 5 gennaio 2006, a parlare è proprio Giampiero Fiorani, banchiere capo della Popolare di Lodi. Fiorani siede di fronte ai magistrati di Milano Francesco Greco, Giulia Perotti ed Eugenio Fusco.
In quel periodo, il Parlamento stava discutendo delle sorti proprio di Fazio. Giorgetti si mette in contatto con lui e cerca supporto in Bankitalia chiedendogli aiuto. In cambio, Fazio chiede alla Lega un atteggiamento di favore. La Lega cambia linea, schierandosi a supporto di Fazio. Il partito sosterrà la mancanza di collegamenti tra il supporto a Fazio ed il caso della “banca padana”.
Identikit di Giancarlo Giorgetti: la svolta Salviniana
La vicenda della Credieuronord termina con un processo, nel quale Giorgetti non viene coinvolto, ma che avrebbe portato alle condanne dei dirigenti Gian Maria Galimberti, Giancarlo Conti e Piero Franco Filippi a risarcire 3 milioni di euro.
Nel gennaio 2005, in qualità di segretario della Lega Lombarda, Giorgetti partecipa assieme ad Umberto Bossi ad un congresso che vede l’incontro tra la Lega Nord e la Lega dei Ticinesi, partito autonomista svizzero. Alle elezioni del 2006, Giorgetti viene rieletto come secondo nella circoscrizione Lombardia-1.
Gruppo dei saggi
Nel 2008, il leghista di Cazzago è nuovamente eletto in parlamento. La carriera politica di Giorgetti si corona però nel marzo 2013 grazie ad una chiamata per alcuni inaspettata. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo chiama a far parte del Gruppo dei saggi con l’obiettivo di stilare un programma di riforme economiche ed istituzionali. Il gruppo dei saggi avrebbe dato il là alla formazione del successivo governo di larghe intese guidato da Enrico Letta.
Dal 19 marzo 2013 all’8 luglio 2014, Giancarlo Giorgetti ricopre il ruolo di capogruppo della Lega alla Camera dei deputati. Un incarico che cederà successivamente a Massimiliano Fedriga.
Ad oggi, è lui uno dei nomi leghisti (e non solo) più gettonati per ricoprire un ruolo di garanzia come quello di Presidente della Camera. Ma le carte, le varie forze politiche le scopriranno solo pochi giorni prima del 23 marzo, prima data di convocazione del Parlamento.
SEGUI TERMOMETRO POLITICO SU FACEBOOK E TWITTER