Pensioni novità 2018: abolizione Fornero è impossibile per il Fmi

Pubblicato il 20 Marzo 2018 alle 10:54 Autore: Daniele Sforza
Pensioni novità 2018: abolizione riforma Fornero, report Fmi

Pensioni novità 2018: abolizione Fornero è impossibile per il Fmi.

Non è ancora tempo di modificare drasticamente quanto attuato dal governo Monti nel 2011. Sul fronte pensioni novità 2018 riguardano sempre il tentativo di superare o abolire la riforma Fornero. Ma le intenzioni di Movimento 5 Stelle e Lega continuano a essere frenate dagli economisti e dai numeri. L’ultimo altolà proviene dal Fondo monetario internazionale; e in particolare da un report scritto da Michael Andrle, Shafik Hebous, Alvar Kangur e Mehdi Raissi, che mette il freno a qualsiasi progetto di riforma pensioni; promuovendo invece il mantenimento dello status quo a livello previdenziale; o al massimo rivedendo con finalità di risparmio quelle aree in cui si focalizza una spesa eccessiva.

Pensioni novità 2018: Fmi contro abolizione Fornero

Nel report Fmi denominato “Italy: Toward a Growth-Friendly Fiscal Reform” si afferma che la spesa pensionistica italiana è ancora troppo elevata. E ciò di fatto impedisce modifiche dello status quo imposto nel 2011. Non sarà quindi possibile adottare misure che siano meno restrittive rispetto al sistema attuale; piuttosto sarà possibile tagliare ancora su quelle aree dove la spesa pubblica resta eccessiva. Sul fronte previdenziale, ad esempio, bisognerebbe intervenire sulle pensioni calcolate con il sistema contributivo e misto; tagliare le tredicesime; rivedere le pensioni di reversibilità (le più alte d’Europa), più precisamente sui soggetti beneficiari (il coniuge e non gli altri familiari).

Calenda contro M5S e Lega sulla riforma Fornero.

Lo studio prende nel mirino anche i lavoratori autonomi, proponendo un aumento dell’aliquota al 27% anziché al 24%; al fine di ridurre la disparità dei trattamenti contributivi con i dipendenti pubblici. Infine focalizza l’attenzione sull’andamento demografico nel nostro Paese. In generale, la spesa pensionistica nel nostro Paese è e resterà ancora elevata per i prossimi anni e questo toglierà ogni possibilità ai governi di rivedere quanto attuato nel 2011 dall’allora governo tecnico.

Per aggirare il problema e virare verso la crescita, lo studio invita ad agire su altre aree dove la spesa pubblica risulta ancora eccessiva. Sanità (compensi e spese per beni e servizi), forze dell’ordine (compensi) e finanziamenti alle imprese.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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