Elezioni Russia 2018: risultati, denunciati brogli. Come si fanno
Elezioni Russia 2018: risultati, denunciati brogli. Come si fanno
Putin resterà al Cremlino per altri 6 anni; l’attuale presidente russo ha trionfato alle elezioni di domenica con quasi il 77% per cento dei voti. Tuttavia, i suoi avversari hanno denunciato dei palesi brogli; a confermarli ci sarebbero numerose testimonianze dirette oltre che migliaia di video di sicurezza provenienti dai seggi.
In alcuni, come quello riportato qui sotto (proviene da un seggio di Ljubercy, cittadina vicino Mosca), si vedono degli scrutatori – o almeno così sembra – inserire più schede nell’urna. Il consenso accordato a Putin lascia pensare che non ci sia stato bisogno di truccare il voto. D’altra parte, il governo russo temeva – in chiave di “legittimazione” del risultato – una bassa percentuale di affluenza.
Un video proveniente da un seggio della regione di Kamerovo, invece, mostra un occultamento “sospetto” della telecamera proprio al momento del conteggio dei voti.
At a polling station in Kemerovo, one of the regions that always has impossibly high results, an electoral worker puts balloons in front of the camera just as employees start counting the ballots on the table @mediazzzona https://t.co/htJXEGX55d pic.twitter.com/VjKvKzIWkP
— Alec Luhn (@ASLuhn) 18 marzo 2018
Elezioni Russia 2018: risultati, denunciati brogli. Come si fanno
Tuttavia, le violazioni non si fermerebbero qui. Oltre a “gonfiare” le percentuali ed eludere il controllo dello scrutinio, le operazioni di voto si sarebbero svolte in un clima di intimidazione generalizzato. Per esempio, molti datori di lavoro e insegnanti avrebbero dato istruzioni ben precise su chi votare ai propri lavoratori e studenti, obbligandoli anche a scattare una foto della scheda come prova. Quindi, sarebbero stati riempiti dei pullman per portare in massa la gente a votare. Inoltre, sotto la lente di ingrandimento sono finiti anche altri “espedienti” – più o meno legali ma che i critici giudicano comunque scorretti – come gli sconti e i buoni per l’acquisto di beni che alcuni negozi concedevano a chi si recava a votare.
In una nota l’OSCE ha rilevato che le operazioni si sono svolte in modo “ordinato” ed “efficiente” anche se sono emerse delle “carenze” legate “alla segretezza del voto e alla trasparenza del conteggio”.