Prezzo petrolio: valore e quotazione, continua l’andamento incerto
Prezzo petrolio: valore e quotazione, continua l’andamento incerto
Continua l’altalena del prezzo del petrolio.
La tendenza dall’estate scorsa è certamente di aumento. Del resto nel 2017 a un certo punto si era diffusa la paura e la previsione di un nuovo crollo. Cosa poi che non si è verificata.
Ed era seguito un rialzo fino a oltre i 65 dollari al barile a fine gennaio 2018. Subito dopo però è cominciato un andamento altalenante, che ha visto una discesa repentina a 59 dollari nei primi di febbraio, e poi una nuova crescita fino ai 65,48 di due giorni fa. Che però ha costituito un nuovo picco, dopo il quale si è verificata un’altra diminuzione.
Certo, il petrolio è tra i beni oggetto di maggiore trading, ma non è solo questo. Dipendende dall’andamento del petrolio, moneta in cui è prezzato. E da tutti gli avvenimenti internazionali e dal modo in cui vengono interpretati.
Prezzo petrolio, in calo le scorte di greggio in USA
Per esempio in USA le scorte sono risultate in calo di 2,6 milioni di barili nell’ultima settimana, mentre le previsioni erano per una crescita di 3,6 milioni.
Anche gli stock di distillati sono in calo, di 2 milioni. In questo caso la previsione era simile, -1,75 milioni.
E’ chiaro che questo indica una propensione alla crescita dei prezzi, perchè normalmente una delle strategie più usate per far calare il prezzo del petrolio è proprio un aumento di queste scorte.
Ovviamente non si può parlare con certezza assoluta.
Ci sono anche altri fattori molto importanti, appunto. Le eterne tensioni tra Iran e Arabia Saudita. O le incertezze in Venezuela. Tutti elementi che hanno in passato portato anche Paesi facenti parte dell’OPEC (come quelli nominati) a non seguire le direttive decise per motivi interni, spesso contrapposti.
Con l’Arabia Saudita a favore di un calo dei prezzi che danneggiasse rivali come l’Iran e il Venezuela e per esempio quest’ultima che può sopravvivere solo con un prezzo del petrolio altissimo.
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