Rinnovo contratto scuola: aumento stipendio, i prossimi passi
Rinnovo contratto scuola: aumento stipendio, i prossimi passi.
Dopo l’ok del Consiglio dei Ministri sul rinnovo contratto scuola, manca solo il via libero definitivo della Corte dei Conti. Che di fatto condurrà alla firma definitiva. E quindi allo sblocco dei tanto attesi arretrati e aumento stipendio. Tutto dovrebbe svolgersi entro i prossimi giorni, in modo tale che già ad aprile gli aumenti e l’una tantum di arretrati possa arrivare nelle buste paga del personale scolastico. Si tratta quindi di giorni molto importanti per un comparto che attende ormai da 9 anni lo sblocco contrattuale.
Rinnovo contratto scuola: i prossimi passi prima della firma definitiva
Dopo il via libera da parte del Consiglio dei Ministri, dovrà esserci quello stabilito dalla Corte dei Conti. Per questo motivo, in queste ore, gli organi preposti stanno controllando e verificando l’aspetto economico e quello delle risorse disponibili. Il tutto dovrebbe chiudersi la prossima settimana, prima delle vacanze di Pasqua. Questo incrementerebbe la speranza di vedere arretrati e aumenti stipendio a partire da aprile; ma usare il condizionale è ancora preferibile, vista la mancanza di conferme ufficiali. Se tutto va come dovrebbe andare, comunque, il prossimo mese sarà confermato a breve.
Rinnovo contratto scuola. Anief contro gli aumenti
Il nuovo contratto scuola è stato definito dal ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli un documento che “apre una nuova era di valorizzazione del ruolo di chi opera nei settori della conoscenza”. La platea interessata dagli aumenti ammonta a 1 milione e 200 mila persone. Tra questi spiccano docenti, personale Ata, ricercatori, tecnici e personale amministrativo. Non tutti però sono contenti come il ministro sopraccitato. Sul filo della protesta c’è il giovane sindacato Anief, che per voce del suo presidente Marcello Pacifico, continua a esprimere il proprio dissenso nei confronti di un contratto poco dignitoso; soprattutto dal punto di vista economico.
“Dopo la firma di Cgil, Cisl e Uil (il 66% dei lavoratori) arriva quella del Governo”, ha commentato quasi sconsolato. “Stiamo parlando di aumenti tre volte sotto l’inflazione nel 2018, con circa 6 mila euro di arretrati svaniti nel nulla”. Ma il problema è anche un altro per Anief: ossia, gli scatti bloccati. “Sia per i giovani, a cui è stato sottratto il primo gradone stipendiale dopo l’accordo a tempo del 2011, poi normato dalla legge 128/2013, che obbliga ad attendere 8 anni prima di veder muovere l’assegno stipendiale; sia per chi è avanti nella carriera ed è costretto a restare in servizio fino alle soglie dei 70 anni, con l’ultimo decennio di stipendio fermo. Questo perché non si è voluto introdurre un ulteriore scatto oltre l’ultimo dei 35 anni”.
Anief ha affermato di voler lottare su questi punti e promette battaglia appena il sindacato diventerà rappresentativo dopo il rinnovo delle Rsu.
SEGUI TERMOMETRO POLITICO SU FACEBOOK E TWITTER
PER RIMANERE AGGIORNATO ISCRIVITI AL FORUM