Elezioni 2018: nuovo Governo, le tappe di avvicinamento
Oggi i primi scrutini per eleggere i Presidenti delle Camere. Dopo il naufragio dell’accordo tra centrodestra e M5S sul nome del forzista Romani per Palazzo Madama la situazione si è fatta più complicata. Dunque, a meno di colpi di scena, le votazioni di oggi andranno a vuoto. Per risolvere l’empasse, cosa che potrebbe avvenire già domani, serve un accordo tra il Movimento 5 Stelle e il centrodestra o tra i pentastellati e la Lega. Un’altra possibilità – molto improbabile al momento – è un’intesa tra Pd e 5 Stelle.
Il timing di queste splendide giornate #Camere #consultazioni pic.twitter.com/BN1zhBh80m
— Pietro Raffa (@pietroraffa) 23 marzo 2018
Elezioni 2018: nuovo Governo, le tappe di avvicinamento
I gruppi parlamentari
In attesa che si sblocchi la situazione relativa alla presidenza delle Camere, sono ben note le prossime tappe che, alla fine, dovrebbero portare alla formazione di un esecutivo. Entro due giorni dalla prima seduta i deputati e i senatori dovranno comunicare a quale gruppo parlamentare si iscrivono. Solo dopo i gruppi eleggono i propri presidenti, i vicepresidenti e i rispettivi comitati direttivi.
L’Ufficio di Presidenza
Al termine della prima seduta del Parlamento, quella per l’elezione dei Presidenti (viene considerata “unica” anche se dura più giorni), viene fissata la seconda durante la quale si procederà all’elezione dell’Ufficio di Presidenza, composto da 4 vicepresidenti, 3 questori e 8 segretari.
Le consultazioni
Una volta completata la configurazione istituzionale del Parlamento, il Presidente della Repubblica darà il via alle consultazioni. È probabile che le forze politiche comincino a salire al Colle dopo Pasqua, forse, a partire dal 3 aprile. Nel frattempo, il Presidente del Consiglio Gentiloni dovrebbe essere già andato da Mattarella per rassegnare le dimissioni; sbrigherà gli “affari correnti” fino al passaggio di consegne con il nuovo esecutivo. Per prassi, si dovrebbe cominciare dai Presidenti delle Camere e dagli ex Presidenti della Repubblica per poi passare ai gruppi parlamentari.
Elezioni 2018: nuovo Governo, le tappe di avvicinamento
L’incarico
Le consultazioni durano un minimo di due giorni; se alla fine del primo giro non ci sono chiare indicazioni rispetto a una maggioranza si può procedere con un altro giro o conferire un “mandato esplorativo”. In questo caso, l’esponente di una forza politica o una figura istituzionale sonda la volontà delle forze politiche di sostenere un governo.
La fiducia
Trovata una maggioranza “numerica”, il Presidente della Repubblica conferisce mandato a formare un governo all’esponente che tale maggioranza ha indicato come in grado di coagulare i voti necessari ad ottenere la fiducia. L’incaricato può accettare subito o con “riserva” condendosi alcuni giorni per dialogare con le forze parlamentari. Accettato l’incarico, si propone una lista di ministri al Quirinale che poi provvederà a nominare i ministri.
Entro poche ore avviene il giuramento del Presidente del Consiglio e dei suoi ministri; poi avviene la “cerimonia della campanella”, cioè il passaggio delle consegne col governo precedente e, quindi, la prima riunione in cui si nomina il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Ultimo passaggio: la richiesta di fiducia alle Camere. Per questa legislatura, il prossimo presidente del Consiglio comincerà dal Senato.