Le novità della Legge Severino hanno salvato il premier. E’ la tesi sostenuta dal capo dell’Autorità Anticorruzione Raffaele Cantone sulle colonne del Fatto Quotidiano. “Non sappiamo se le ragioni dell’assoluzione siano collegate alle novità introdotte dalla legge Severino o se invece siano collegate alla valutazione della Corte sul comportamento concreto di Silvio Berlusconi, ma se l’ex premier fosse stato assolto proprio in conseguenza dello spacchettamento tra induzione e costrizione, si dovrebbe ammettere che fatti considerati illeciti penali prima della legge Severino, dopo lo spacchettamento non lo sono più”. “Non possiamo escludere che la legge Severino sia stata la causa dell’assoluzione, ma non possiamo nemmeno affermarlo” aggiunge Cantone. La legge Severino, “ha introdotto una novità fondamentale: la controparte del pubblico ufficiale ora solo nella costrizione resta vittima mentre nell’induzione è punita, seppur in maniera minore rispetto al concussore”. La Severino, eliminando l’induzione senza vantaggio dell’indotto, potrebbe aver depenalizzato? “Potrebbe anche essere stata, almeno in qualche caso, una scelta che migliora il quadro normativo – risponde Cantone – Al di là del caso Ruby, il problema è giuridico ed è tuttora aperto. La Cassazione a Sezioni Unite ha da un lato stabilito un principio per distinguere costrizione da induzione ma poi nella stessa sentenza ha ammesso delle eccezioni”.
Sull’argomento interviene anche il vicepresidente del Csm Michele Vietti che, in un’intervista al Corriere della Sera, dice: “Nessuno ha letto ancora le motivazioni della sentenza d’appello, ma certamente una nuova legge consente anche letture diverse nei vari gradi di giudizio. Lo spacchettamento della fattispecie della concussione potrebbe avere aperto problemi interpretativi che la giurisprudenza dovrà affrontare”.