Renzi: avanti sulle riforme. E Grillo apre nuovamente al dialogo

Pubblicato il 21 Luglio 2014 alle 12:44 Autore: Daniele Errera

Le riforme sono necessarie. E per il bene dell’Italia bisogna venirsi incontro. E’ questo il pensiero condiviso sia dei leader a 5 Stelle che di Renzi. Pur essendo distanti migliaia di chilometri, la convergenza politica sembra esserci.

Renzi contro l’ostruzionismo – Primo fra tutti parla il premier. In missione diplomatica in Angola, Renzi attacca l’ostruzionismo interno ed esterno al Pd sulle riforme. Il suo Governo è nato proprio per fare, in contrapposizione coi passati esecutivi, troppo impantanati in infinite trattative di maggioranza. Nel momento in cui il suo governo resta ingabbiato, senza procedere a tappe forzate, perderà l’imprimatur che gli italiani hanno confermato ad inizio giugno col plebiscito delle elezioni europee. “Non credo che il Paese sia in mano ad una minoranza che fa ostruzionismo”, afferma l’ex sindaco di Firenze circa gli emendamenti al nuovo Senato targato Renzi-Boschi. Gli emendamenti sono addirittura 8.000: una cifra spropositata. Vedremo quale modalità sarà scelta dai Presidenti di Camera e Senato per trattare questa serie inenarrabile di postille. Renzi è per sveltire la procedura: “c’è chi dice che si possa continuare a perdere tempo”, dice. Poi elogia l’azione dell’esecutivo e critica chi rallenta il cammino delle riforme: “chi fa ostruzionismo mette un sasso sui binari: noi togliamo il sasso e facciamo ripartire il treno con ferrea determinazione”.

Grillo e i sei punti – E se da una parte ha la certezza che Forza Italia non metterà il bastone fra le ruote del carro riforme renziano, da poche ore è arrivata l’apertura del Movimento 5 Stelle. I grillini avevano chiuso la finestra dialogante proprio pochi giorni fa, ma adesso spunta sul blog dell’ex comico genovese un post firmato da Grillo stesso, Casaleggio e Di Maio. E’ possibile leggere: “torneremo al tavolo non appena avrete risposto ai nostri 6 punti. Fate presto. Le riforme, come voi dite da sempre, non possono più aspettare”. I sei punti prevedono niente doppio turno (“un ulteriore elemento distorsivo, che aggrava la situazione. Questo può essere accettabile per elezioni amministrative ma non per elezioni politiche”), il premio di maggioranza (“non è neppure ragionevole se equivale o, addirittura supera la quota di seggi spettanti nella quota proporzionale. Dunque, per restare nei limiti della sentenza della Corte, occorre preliminarmente stabilire o una soglia minima per ottenere il premio (ad esempio il 35%o 40%), oppure fissare il premio in una cifra fissa (ad esempio 95 o 100 seggi))”, il premio di maggioranza per una legge che non sia l’Italicum (“premio accettabile solo se accompagnato a diversi meccanismi di garanzia costituzionale come rivedere la titolarità del potere di elezione dei giudici costituzionali o le maggioranze richieste, altrettanto per il Presidente della repubblica e per il processo di revisione costituzionale”), inserimento delle preferenze per la legge elettorale e, ultimi due punti, abolizione totale o parziale delle soglie di sbarramento per l’ingresso delle forze politiche in Parlamento.

 

Le critiche della Boschi – Un’apertura apprezzata sicuramente, visto che aiuterà il Pd e la maggioranza ad avere una maggiore legittimazione nel paese. Tuttavia dalle fila dell’esecutivo arriva una vera e propria stoccata nei confronti di Grillo. Ad effettuarla è Maria Elena Boschi: “ogni giorno – afferma il Ministro delle Riforme – hanno una idea diversa. Hanno due linee opposte, ma noi non possiamo passare il tempo a mediare tra le loro correnti”.

Daniele Errera

L'autore: Daniele Errera

Nato a Roma classe 1989. Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali con la tesi "Dal Pds al Pd: evoluzione dell'organizzazione interna". Appassionato di politica, ha ricoperto vari ruoli nel Partito Democratico e nei Giovani Democratici. E' attivo nell'associazionismo territoriale.
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