Consultazioni Governo 2018: accordo M5S-Lega a un passo
Consultazioni Governo 2018: accordo M5S-Lega a un passo
Tra un paio di giorni riprendono le consultazioni al Quirinale, un accordo di governo tra Movimento 5 Stelle e Lega è ancora la pista più battuta. D’altra parte, nel weekend, a Matteo Salvini che assicurava il 51% di possibilità alla nascita di un esecutivo con i pentastellati, Luigi Di Maio ha risposto di non avere alcuna intenzione di trovare un’intesa anche con Berlusconi. Il leader leghista ha poi annunciato che a margine dei colloqui con Mattarella chiederà un incontro anche al capo politico dei 5 Stelle; anche se poi – in parte – tale possibilità ha perso quota. Sembra di capire che per lui o si fa un governo con i 5 stelle o si torna alle urne. Un’ipotesi quest’ultima che il Capo dello Stato si rifiuta anche solo di considerare. Tra l’altro, il Colle cercherà di capire se la coalizione di centrodestra abbia o meno le condizioni per trovare la fiducia del Parlamento.
#Salvini: mi sento PRONTO a prendere per mano questo Paese, ma solo con una MAGGIORANZA CERTA. Serve un accordo scritto tra centrodestra e 5stelle. #StaseraItalia
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 9 aprile 2018
Consultazioni Governo 2018: accordo M5S-Lega a un passo
Il problema dei veti incrociati, d’altronde, è molto lontano dall’essere risolto. Anche se Salvini si è più volte detto sicuro che, alla fine, i 5 stelle scenderanno a patti con tutto il centrodestra, i ragionamenti su un eventuale voto anticipato cominciano a farsi concreti. D’altra parte, dal 4 marzo in poi, la guida del Carroccio è sempre stata chiara sul fatto che se la legislatura parte deve aver la capacità di durare 5 anni. Insomma, nessun “governicchio” per cambiare la legge elettorale; nessuna maggioranza traballante.
Per questo l’agenda viene tenuta libera per fine settembre o inizio ottobre; a quel punto il problema tornerebbe a essere il Rosatellum. Qui, potrebbero intervenire le commissioni incaricate del disbrigo degli affari correnti che, però, cosa andrebbero a inserire? Un premio di maggioranza per i partiti, come vuole il M5S, o per le coalizioni, come chiederebbe il centrodestra?
In questo schema manca l’azione del Presidente della Repubblica che, come si diceva, cercherà di evitare nuove elezioni in tempi brevi. Data l’attuale inconsistenza del Pd, Mattarella potrebbe puntare, innanzitutto, sull’avvicinamento proprio di Lega e 5 Stelle. Due gli snodi su cui bisognerebbe agire: a chi si potrebbe dare l’incarico, cioè chi farebbe il premier? Magari una figura “terza” rispetto a Salvini e Di Maio?; che ruolo per Berlusconi? L’ex Cavaliere potrebbe orientarsi su un appoggio esterno e rinunciare all’ingresso in maggioranza?