Elezioni anticipate 2018: quanto costa tornare alle urne ora
Elezioni anticipate, una possibilità? E quanto costa? Il ritorno alle urne diventerebbe un elemento di non poco conto anche per le casse dello Stato. Troppo presto forse. Se si considera che siamo ancora in attesa del secondo giro di consultazioni. Troppo presto per parlare di qualsiasi scenario. Intanto ricapitoliamo quali sono i costi necessari per le elezioni. I costi disponibili sono riferiti all’anno 2013 e con pur piccole differenze, ad esempio nel numero dei seggi, potrebbero essere simili a quelli stimati per le recenti elezioni del 4 marzo 2018. Nonché ad eventuali prossimi turni elettorali.
Elezioni anticipate, costi suddivisi per Ministero
Le elezioni coinvolgono attività e segmenti di 4 dicasteri, ognuno dei quali ha costi da coprire. Il principale costo è relativo al Ministero dell’Interno. Il costo stimato nel 2013 è stato pari a 315 milioni di euro. Mentre il dettaglio per gli altri Ministeri è il seguente: 38 milioni Ministero dell’Economia; 33 milioni Ministero degli Esteri; 14 milioni Ministero Giustizia.
Elezioni anticipate, dettaglio costi Ministero Interno
In occasione delle elezioni politiche il costo complessivo del Ministero dell’Interno pari a 315 milioni di euro è stato a sua volta cosi suddiviso. 237 milioni di euro per il Dipartimento Affari Interni e Territoriali; 5 milioni di euro del Dipartimento Politiche Personali; 73 milioni per il Dipartimento Pubblica Sicurezza. Dei 237 milioni di euro di costi del Dipartimento Affari Interni e Territoriali di seguito il dettaglio. Seggi elettorali 223 milioni; Facilitazioni di viaggio 9,8 milioni; Informatica e telecomunicazione 2,1 milioni; Personale e logistica 1,9 milioni. Il costo stimato per singola sezione supera i 6.000 euro. Nel 2013 la legge elettorale prevedeva 61.597 sezioni mentre nel 2018 il numero è sceso leggermente a 61.552.
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Elezioni anticipate, il ruolo di Mattarella
Calcolando come costo complessivo medio per le elezioni circa 400 milioni di euro possiamo affermare che un doppio appuntamento elettorale, nel corso dello stesso anno, costerebbe circa 800 milioni di euro. Considerando il debito pubblico italiano non è da escludere che il ragionamento sul costo della macchina elettorale possa in minima parte l’atteggiamento delle forze politiche di fronte all’opinione pubblica. O comunque potrebbe essere una carta del Presidente della Repubblica per evitare l’immediato ritorno alle urne. Inoltre l’assenza di modifiche alla legge elettorale in vigore potrebbe determinare un esito elettorale per niente determinante ai fini della formazione del governo.
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